Le mosse spregiudicate di Solinas: c’è un’altra indagine

La notizia è filtrata solo ieri, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano: nei mesi scorsi la Procura di Cagliari ha aperto un fascicolo sulla nomina di Francesco Scano come segretario generale della Regione. Scano, 69 anni, è l’ex presidente della II Sezione del Tar Sardegna. Solinas e la Giunta lo avevano indicato una prima volta il 21 luglio, quando ancora il giudice non aveva ottenuto il via libera per ricoprire un incarico extragiudiziale. Tecnicamente si parla di “messa fuori ruolo”.

Stando a quanto riporta il giornale di Travaglio, è proprio questo l’aspetto che la Procura del capoluogo intendeva chiarire. Scano, infatti, dapprima si è visto negare l’autorizzazione da parte del Cpga, il Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa cui spetta decidere sulla materia. Tanto che l’ormai ex presidente del Tar davanti a quel niet per “ragioni di opportunità”, presentò le sue controdeduzioni, optando poi per la soluzione del pre-pensionamento, ottenuto l’8 ottobre scorso.

Solo dopo l’ultimo provvedimento del Cpga, Solinas ha potuto firmare un nuovo decreto, il 18 ottobre, col quale a Scano è stato assegnato in via definitiva l’incarico di segretario generale. Ma proprio in virtù di questo secondo atto, resta da chiarire come mai la Giunta Solinas avesse firmato quella prima nomina il 21 luglio scorso.

Il fascicolo aperto a Palazzo di giustizia è senza ipotesi di reato e senza indagati, riporta ancora Il Fatto Quotidiano. Adesso si tratterrà di capire che fine farà. Quelli a seguire saranno invece giorni decisivi per Solinas e il centrodestra, chiamati a comporre la struttura regionale parallela fatta di una settantina di nomine previste a cascata dopo quella di Scano.

Al segretario spetterà intanto nominare i tre capi dipartimento che lo coadiuveranno nelle sue funzioni di capo amministrativo della Regione, così come prevede il ddl 107 sui maxi staff trasformato dal Consiglio regionale nella legge 10 del 25 maggio, poi pubblicata sul Buras solo il 21 giugno. All’ex presidente del Tar spetterà pure avviare l’istruttoria per la nomina dei direttori generali che non avranno più in mano la leva principale del potere. Al loro posto le figure apicali di nomina politica.

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