“Ti invitiamo calorosamente a ritornare sulle tue decisioni e riprendere con il consueto impegno e con il senso di responsabilità che hai sempre dimostrato, nonostante le difficoltà, l’essenziale ruolo di sindaco”. Con queste parole si chiude un appello sottoscritto da 84 rappresentanti del mondo accademico, culturale e politico sassarese, consegnato al sindaco di Sassari, Nicola Sanna, per esortarlo a ritirare le sue dimissioni e restare alla guida di Palazzo Ducale fino alla scadenza naturale del mandato, a maggio.
Fra i firmatari dell’appello ci sono il sindaco di Alghero, Mario Bruno, il sindaco di Ploaghe, Carlo Sotgiu, l’ex sindaco di Sassari, Anna Sanna, l’ex sindaco di Porto Torres, Eugenio Cossu, l’ex rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, e tanti docenti dell’ateneo sassarese: Alberto Merler, Aldo Maria Morace, Eugenia Tognotti, Giuseppe Pulina, Piero Luciano, Piero Sanna, Pietro Pulina, Ignazio Camarda e tanti altri.
All’appello si è unito anche il neo segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti: “Conosco Nicola da tanto, sono sicuro che il suo senso di responsabilità per la sua città e la sua comunità politica prevarrà su ogni altra valutazione”, così in una nota ufficiale Zingaretti sposa l’appello rivolto al sindaco da 84 personalità della cultura e della politica sassarese. “Ho letto l’appello e condivido lo spirito e il senso dell’iniziativa”, spiega il segretario dem. “Chiedere a Nicola di concludere il suo mandato amministrativo è una cosa giusta nell’interesse della città e per onorare le tante cose positive fatte in questi anni per Sassari”.
La risposta del sindaco a questo appello potrebbe arrivare già entro la settimana: giovedì o venerdì si riunirà la giunta comunale e in quell’occasione Nicola Sanna potrebbe comunicare il suo dietrofront, riprendendosi la fascia tricolore e archiviando definitivamente l’ipotesi dell’arrivo a Sassari di un commissario regionale. Sanna si era dimesso dall’incarico all’indomani del l’esito del voto in Consiglio regionale: aveva infatti tentato di entrare nell’assemblea sarda ma senza riuscirci.