Sanità, verso il ritorno alle otto Asl. L’opposizione: “Sarà un poltronificio”

Una riforma non condivisa, “con l’unico obiettivo di incrementare il numero delle poltrone, e che viene discussa in un periodo storico sbagliato, considerato che l’emergenza Covid-19 pare tutt’altro che conclusa”. È la posizione delle minoranze del Consiglio regionale che da oggi daranno battaglia sui 49 articoli del testo unificato approdato in Aula giovedì e che ripristina le otto vecchie Asl.

È in corso, intanto, la seduta della commissione Sanità impegnata a passare al setaccio i 900 emendamenti presentati venerdì (solo 70 quelli del centrodestra). Prima della riunione del parlamentino, Pd, LeU, Progressisti ed M5s hanno ribadito le forti perplessità sul testo. “Manca della condivisione ampia che avrebbe meritato – sostiene il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau – la legge arriva in un momento delicato, viste la carenza di personale e le disfunzioni del sistema, e tuttavia non interviene sulle criticità ma solo sulla governance”. Oltretutto, “non si smantella l’Ats visto che l’Ares oltre alla centrale degli acquisti avrà la gestione di tutto il personale degli enti del sistema sanitario regionale”.

Secondo il dem la riforma correrà anche il rischio di essere impugnata: “Per il reclutamento dei dirigenti è introdotto un elenco regionale degli idonei contravvenendo alle norme a livello statale con cui si definisce l’elenco nazionale degli idonei alla carica di direttore generale e da cui attingere obbligatoriamente”. Per Desirè Manca (M5s) obiettivo della riforma è “la necessità da parte di chi governa di assegnare nuove poltrone, 48 in tutto: si tratta di un ritorno al passato remoto e alla fine chi continuerà a dirigere tutto sarà l’Ares”. Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus condanna innanzitutto il tempismo della riforma. “Questo è un momento di tregua armata col virus, sarebbe stato bene concentrarci sulle criticità di gestione della pandemia riscontrate nella prima fase”. Agus sottolinea che la volontà di aumentare il numero di incarichi e ciò che mette d’accordo la maggioranza, “divisa per tutto ciò che riguarda questa riforma”. Il presidente del gruppo LeU Daniele Cocco parla di “pseudo riforma”, e “noi faremo di tutto per cambiarla e migliorare qualcosa con i nostri emendamenti”.

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