Sanità, centrodestra sfida Partito dei Sardi: “Votate sfiducia Arru con noi”

Il centrodestra non molla la presa sulla sanità e rilancia con una mozione di sfiducia la rimozione immediata dell’assessore Luigi Arru. “L’ordine del giorno di censura presentato dal Partito dei sardi era debole, per questo siamo usciti dall’Aula al momento del voto – ha spiegato la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda – quindi ai consiglieri del Pds diciamo: se volete che Arru non ricopra più il ruolo che occupa allora votate la sfiducia con noi”. La mozione (primo firmatario Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia) deve solo essere messa all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio: nel mirino la bocciatura della rete ospedaliera da parte del ministero che “ha eccepito una serie di discordanze rispetto al decreto ministeriale 70 al quale la Regione avrebbe dovuto uniformarsi”.

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“Il punto – ha chiarito Truzzu – è che questo è uno dei peggiori assessori alla Sanità di sempre. E di questo hanno responsabilità il presidente Pigliaru e tutta la Giunta, ma anche la maggioranza che la sostiene, compreso il PdS che ha prima votato la Asl Unica, poi la legge di riordino, e ora vuole rifarsi una verginità”. Il capogruppo dell’Udc, Gian Luigi Rubiu, ha fatto notare che “il titolare della Sanità ha battuto ogni record per manifestazioni contro questo assessorato e contro la Giunta Pigliaru”. Secondo Paolo Dessì (Psd’Az), “a parte i pazienti, non c’è un solo operatore a qualsiasi livello, medici, infermieri e amministrativi, che dica che le cose vanno bene: tante lamentele in tutti i territori periferici e non”.

Attilio Dedoni (Riformatori) ha puntato il dito contro il manager dell’Ats, Fulvio Moirano: “Questa maggioranza non può dare il potere a un ayatollah che sta a Sassari”. “La sanità è al tracollo – ha tagliato corto il leader dell’Udc Giorgio Oppi – questa maggioranza ha danneggiato gli utenti che hanno deciso di non farsi curare”. Infine, Mario Floris (Uds) ha ricordato che la Sardegna “sostiene i costi della sanità: è arrivato il momento che ritorni a carico dello Stato, come anche la continuità territoriale e i trasporti interni.

 

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