Riforma Enti locali, si allungano i tempi in Aula. Presidio dei sindaci del Nord

Si allungano i tempi di approvazione della riforma degli enti locali in Sardegna: la mattinata di oggi in Aula è servita solo per terminare la discussione generale sull’articolo 1 che disciplina l’oggetto e le finalità della legge di riordino e che sarà interamente riscritto da un emendamento concordato tra Giunta e maggioranza. Le opposizioni sono intervenute a tamburo battente e la seduta si è chiusa dopo la replica dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu e l’avvio delle dichiarazioni di voto sui primi tre emendamenti, che non sono stati ancora votati. Centrodestra sulle barricate.

“Delrio, Erriu e Deriu: non c’è solo un’assonanza fonetica ma un filo conduttore unico – ha tuonato in Aula il capogruppo Fi, Pietro Pittalis – questa, infatti, non è una riforma ideata e pensata in Sardegna ma risente degli imput nazionali ai quali la giunta e il centrosinistra sono chini e proni. Non tiene conto neppure della realtà sarda e dei fabbisogni di aree che continuate a tenere marginalizzate”. I lavori del Consiglio proseguiranno questo pomeriggio alle 16 e per tutta la settimana. Nel frattempo la conferenza dei capigruppo è stata convocata in sede politica con una delegazione dei sindacati dell’Alcoa.

La replica dell’assessore Erriu. “Altro che riforma dell’odio, come sostiene qualche esponente dell’opposizione. Al contrario, questa legge di riordino cerca di mettere insieme i territori e farli lavorare in rete”. Così l’assessore Erriu ha replicato in Aula agli interventi della discussione generale sul testo che da oggi è all’esame del Consiglio regionale. “Guardiamo con grande attenzione a tutte le realtà della Sardegna, in particolare alla qualità dei servizi rivolti ai cittadini, alla semplificazione, al risparmio ma anche al rispetto della volontà di autodeterminazione dei territori – ha proseguito Erriu –. C’è poi un’urgenza da affrontare, dettata dai tempi imposti dalla legge Delrio. Dobbiamo dare risposte alle aspettative dei sindaci, dei cittadini, delle imprese, anche alla luce di un referendum che, con percentuali bulgare, ha espresso la volontà di abolire le Province”.

L’assessore Erriu ha poi ricordato che “questa legge risolve definitivamente il problema della sovrapposizione dei diversi livelli di governo istituzionale locale, così come i cittadini chiedono da diverso tempo. È nostro dovere, come Giunta regionale, dare risposte chiare ai territori e portare avanti il programma di innovazione e modernità. Con questa riforma non viene lasciato indietro nessun territorio. Anzi, stiamo garantendo pari opportunità di sviluppo e crescita a tutti i 377 Comuni dell’Isola, in modo da favorire da una parte una crescita sotto il profilo economico e arginare dall’altra lo spopolamento delle zone interne e rurali”.

Il presidio dei sindaci del Nord. Al via da oggi il presidio dei sindaci del Nord Sardegna che hanno convocato i Consigli comunali ad oltranza davanti al Consiglio regionale per chiedere correzioni alle proposte della maggioranza di centrosinistra sulla legge di riforma degli enti locali. I primi cittadini di Castelsardo, Franco Cuccureddu, Porto Torres, Sean Wheeler, e Sorso, Giuseppe Morghen, e il vice sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, sono pronti alla battaglia e, tranne Wheeler, ribadiscono la richiesta di istituire due città metropolitane del Sud e del Nord Sardegna che inglobi tutti i 377 Comuni dell’Isola. Wheeler rilancia: “potremmo anche non farne nessuna”. “La quinta versione che abbiamo potuto visionare con gli emendamenti sostitutivi totali concordati tra Giunta e maggioranza crea disordine e una confusione tale con la proliferazione degli enti che, oltre ad essere inutili e scatole vuote, risultano anche ingestibili – spiega Cuccureddu – L’equivoco di fondo è quello sulla città metropolitana. Abbiamo scoperto anche una serie di incongruenze”. Secondo Wheeler “in Europa siamo l’unica anomalia perchè, in altri Stati è stata istituita una sola città metropolitana, mentre in Italia ne facciamo 10”. “La nostra autonomia ci permette a derogare alla legge nazionale e invece non lo facciamo – osserva Morghen – La Sicilia l’ha fatto ma noi non abbiamo il coraggio di farlo”.

Il Consiglio delle autonomie locali. E’ un parere in chiaro-scuro quello che arriva dal Coordinamento delle autonomie locali della Sardegna (Anci, Cal, Asel, Aiccre) e della delegazione dei sindaci che ha partecipato agli incontri con Giunta e Consiglio regionale, sugli emendamenti presentati dalla maggioranza e dalla Giunta alla riforma degli enti locali in Sardegna. “Gli emendamenti presentati dalla Giunta, a seguito del confronto con i sindaci, costituiscono una riscrittura quasi integrale della legge – osserva il presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano -. Entrano nella legge quasi tutte le nostre impostazioni e proposte. Non entra un punto importante: l’impegno a dare valenza statutaria agli Ambiti Territoriali Strategici. Questo rimane per noi un punto essenziale e chiediamo una integrazione”. I Comuni si dissociano “dalla distinzione tra Rete metropolitana e Rete urbana che, nella logica di dare una risposta al sassarese, finisce col moltiplicare livelli e modalità istituzionali. La distinzione tra Rete metropolitana e Rete urbana, che non viene né da noi Comuni né dal Tavolo Regione-Enti locali, risponde a una comprensibile ragione politica, ma poteva essere evitata sviluppando meglio la Rete di città media, proposta efficacemente nell’incontro con noi dal presidente Pigliaru. La soluzione scelta – osserva Scano – crea certamente un forte malessere in Gallura”. Il Coordinamento conferma la portata “innovativa della scelta, “proposta da noi e accolta, di far nascere gli Ambiti Strategici dal basso secondo un percorso di autodeterminazione. Deve però essere tracciata la strada perché entrino nello Statuto sardo. Su questo non molliamo – ammonisce Scano -. Chiara ormai la fine della storia delle Province, sostituite da qualcosa di molto differente, affidato al governo politico dei Comuni”.

Leggi anche: Non più “mini città metropolitana”: Sassari diventa “rete metropolitana”

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share