Il partito dei Sardi, con il presidente Paolo Maninchedda, che è anche assessore dei Lavori pubblici, chiede “correzioni, senza schiamazzi, senza teatri e grancasse” agli emendamenti presentati dalla Giunta regionale sulla riforma degli enti locali. “A una prima lettura – scrive – non sembrano essere state accolte le nostre preoccupazioni per la rete dei paesi della Sardegna. Il nostro consigliere regionale Gianfranco Congiu si è astenuto. Perché? Perché il tanto riflettere sulle aree urbane ha di fatto marginalizzato l’area dei paesi, delle piccole capitali delle regioni storiche che hanno consentito alla Sardegna di non essere una ciambella con il buco al centro. Noi abbiamo una visione unitaria della nostra Isola – sostiene Maninchedda – un’affettuosa visione unitaria. Decidere non solo che oltre a un’area metropolitana (Cagliari) ci sia anche una rete metropolitana (Sassari) e un sistema urbano (Nuoro, Oristano, VIllacidro-Sanluri, Carbonia-Iglesias) incardinato sui vecchi capoluoghi di provincia (compresi Sanluri e Villacidro) e associare a questa architettura l’accesso privilegiato alle risorse, lasciando tutto il resto, che è in emergenza per lo spopolamento, sguarnito e non protetto finanziariamente, è ingiusto”. Nel frattempo il segretario del PdS, Franciscu Sedda,sollecita una riscrittura dello Statuto “per trasformarlo in una Carta di Sovranità” e un’Assemblea Costituente “che non aspetti le riforme italiane e conduca verso l’autodeterminazione”.
Gli architetti sardi al neo-assessore Spanedda: “Serve una nuova e organica legge urbanistica”
“Facciamo gli auguri all’assessore e confidiamo che si possa aprire una collaborazione e un confronto continuativo e costante…