Regionali, nel centrodestra la partita nell’Isola si intreccia a uno scontro nazionale tra Lega e FdI

L’ipotesi più verosimile è che alla fine la Lega cederà. A Salvini serve tempo per preparare il terreno ma è difficilissimo che il Carroccio possa spaccare la coalizione di centrodestra nell’Isola, con conseguenze imprevedibili a livello nazionale. La partita delle Regionali sembra arrivare a un finale dopo le giornate di passione e di scontri all’interno della maggioranza. Ma ci vorrà ancora tempo, sempre che dagli organismi del Psd’Az – convocati per stasera da Solinas – non giungano notizie di un passo indietro del governatore. Il problema delle amministrative in Sardegna è diventato la cartina di tornasole di tensioni sotterranee e scontri alla luce del sole all’interno del centrodestra nazionale. Anche se Salvini ha ammorbidito i toni, il suo pensiero emerge molto più chiaramente dalle parole del vicesegretario, Andrea Crippa: “Lei (Giorgia Meloni, ndr) vuole stravincere, non c’è dubbio. Questo per noi è un tema. Io mi espongo perché difendo il principio. E soprattutto, difendo il partito”.

Il problema è quello della candidatura in prima persona della presidente del Consiglio alle Europee, con effetto trainante per FdI. La paura di Lega e Forza Italia è quella di essere ulteriormente ridimensionati dalla premier ed è per questo che provano a tenere il punto. L’insistenza sui governatori uscenti poi nasce dalla volontà di creare un argine rispetto alla volontà di Fratelli d’Italia di conquistare nuove caselle alla luce del diverso peso elettorale conquistato a partire dalle Politiche e che verrà verosimilmente aumentato alle Europee. Per Giorgia Meloni è inaccettabile che tra le Regioni al voto quest’anno possa esserci solo una conferma – peraltro non scontata, in Abruzzo – per il suo partito. La Lega ha chiesto di ricandidare tutti gli uscenti e ha rivolto un invito a FdI: pensi agli uomini migliori per provare a sottrarre l’anno prossimo Campania, Puglia ed Emilia Romagna al centrosinistra. Il non detto – ed è uno degli altri terreni di scontro – è che il Veneto nel 2025 non si tocca.

In questo senso la Lega ha provato a forzare la mano sul limite del terzo mandato per i presidenti di Regione, depositando una proposta di legge in Parlamento non concordata con gli alleati. Salvini vuole difendere il fortino Veneto e punta a un terzo mandato per Luca Zaia, alla seconda legislatura da dominus incontrastato della Regione. È noto che FdI voglia piazzare un suo uomo lì e per la Lega sarebbe un disastro. L’accordo sulle Regionali nell’Isola per Salvini passa anche, e soprattutto, da qui. Secondo alcuni retroscena, l’unità si troverebbe con la rinuncia di FdI alle mire sul Veneto, il passo indietro di Solinas – per cui sarebbe pronta una candidatura blindata alle Europee – e forse anche la rinuncia di Giorgia Meloni a “pesarsi” al voto europeo. Ma Salvini insiste sul terzo mandato perché se Zaia potesse ricandidarsi non ci sarebbe partita. 

Intanto c’è attesa sulle decisioni di Solinas che saranno assunte nel corso degli organismi del Psd’Az e che si annunciano decisivi, in un senso o nell’altro. Il governatore accetterà un passo indietro – ed eventuali contropartite – oppure deciderà di strappare? Il presidente del partito, Antonio Moro, ha picchiato duro su FdI, parlando di “tavolo truccato” (ovvero quello che ha indicato Paolo Truzzu come candidato del centrodestra) ed è arrivato a dichiarare: “La Sardegna di tutto ha bisogno fuorché di una candidatura del sindaco di Cagliari”. Parole dalle quali è difficile tornare indietro, anche se le strade della politica sono infinite. Domani invece ci sarà la prima uscita pubblica di Truzzu come candidato governatore. L’invito è stato inviato anche a Lega e Psd’Az. 

Andrea Tramonte

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