Un Solinas amareggiato. Il passo indietro – forzato – rispetto alla candidatura alle Regionali, l’inchiesta per corruzione con il sequestro di beni e immobili deciso dalla Procura di Cagliari e la notizia uscita a due giorni dalla direzione del Psd’Az che avrebbe dovuto decidere se rimanere nel perimetro del centrodestra – come poi stabilito – hanno colpito duramente il governatore uscente. “Mi amareggiano i metodi e i tempi – ha detto in un’intervista rilasciata al Correre della Sera -, oltre al rammarico di non poter portare personalmente a compimento i tanti progetti avviati”.
Solinas ritiene di aver pagato per intero il prezzo dell’unità del centrodestra. Che il sacrificio fosse “inevitabile” era chiaro da tempo, quando il partito di maggioranza relativa – FdI – aveva notificato l’avviso di sfratto al governatore sostenendo che non ci fossero le condizioni per una sua candidatura e parlando di “necessaria discontinuità”. Salvini non avrebbe mai rischiato di innescare una crisi dagli effetti imprevedibili a livello nazionale per blindare Solinas e il suo scontro con il partito di Giorgia Meloni era molto più ampio del caso-Sardegna che ha tenuto banco per settimane nelle polemiche di maggioranza. E poi l’inchiesta della magistratura è stata la pietra tombale delle speranze del governatore. “Se non avessi subito a cinque giorni dalla presentazione delle liste un provvedimento invasivo da parte della magistratura, non so come sarebbe andata a finire”. Un racconto autoconsolatorio, in realtà: che la Lega avesse deciso di cedere alle richieste di FdI era ormai chiaro.
Semmai l’inchiesta ha ridotto i margini di manovra dei sardisti, con le “veline” diffuse ad arte su una possibile convergenza con la Coalizione sarda di Renato Soru, ventilata – e da qualche sardista anche realmente auspicata – ma difficilmente praticabile. A maggior ragione dopo la notizia dei sequestri. In ogni caso il presidente della Regione si toglie felpatamente qualche sassolino dalle scarpe: “Ciò che abbiamo sempre chiesto è che ci fossero ragioni e considerazioni politiche più che un Cencelli muscolare sulle candidature”. Il riferimento è alla volontà di FdI di riequilibrare le presidenze di Regione in virtù del peso elettorale raggiunto a partire dalle Politiche e che potrebbe aumentare alle Europee.
Ora Solinas si dedicherà al partito. Non si candiderà come consigliere regionale, esclude una corsa in direzione Bruxelles e farà il segretario del Psd’Az a tempo pieno. Ad aprile ci sarà il congresso sardista e tra i temi decisivi ci sarà anche quello del futuro del partito. Per esempio: sarà confermato il patto con la Lega, che regge da sei anni e che ha portato Solinas prima al Senato e poi a Villa Devoto? Poi ci sono le Comunali a Cagliari e Sassari. Soprattutto nel Capoluogo i sardisti potrebbero chiedere una “compensazione” con la candidatura di uno di loro (Gianni Chessa alla poltrona di via Bacaredda ci fa da tempo più di un pensierino). (A.T.)