Regionali, il centrosinistra vuole chiudere entro ottobre. Liberu propone il nome di Soru

Il tavolo del centrosinistra di oggi è stato riaggiornato a lunedì dopo tre ore. Sullo sfondo c’è l’autocandidatura di Renato Soru, che ieri durante un dibattito a Cagliari ha dichiarato di “sentirsi già candidato” e ha ricevuto la sponda di Liberu, una delle 19 sigle del campo largo che proverà a conquistare la Regione guidata (oggi) da Christian Solinas: “Il miglior collante per una coalizione che voglia davvero ricostruire la Sardegna devastata da anni di malgoverno” ha detto il movimento indipendentista al termine dell’incontro. “Valuteremo tutti i nomi proposti da tutti anche se uno di questi sarà Renato Soru, sempre che lui stesso voglia essere portato da Liberu”, ha detto Piero Comandini, segretario regionale del Pd.

Insomma, serve ancora tempo per trovare l’equilibrio nell’alleanza. L’obiettivo è chiudere la partita entro il mese. “Siamo entrati nel merito dei criteri per la scelta del candidato, tra cui le primarie – ha spiegato Comandini -. Abbiamo messo sul tavolo le differenze programmatiche su cui fare sintesi. La composizione della coalizione è estremamente variegata, questa è la nostra forza, ma serve trovare una via comune”. Un passo avanti, anche se non ancora ufficiale, riguarda l’esclusione quasi certa del metodo delle primarie per la scelta del nome. La questione era già nell’aria dopo la direzione del Pd dello scorso lunedì, ma oggi sulle consultazioni propedeutiche a indicare il candidato o la candidata alla presidenza sembra essere stata messa la pietra tombale. Un incontro “proficuo” quello di oggi per il M5s, che con il coordinatore Ettore Licheri è ottimista sui tempi: “Chiuderemo entro ottobre, anche prima”, assicura. Con in tasca il nome di Alessandra Todde su cui il Pd non si metterebbe di traverso e che diversi osservatori danno in vantaggio – anche nell’ottica di accordi nazionali che riguardano altre tornate elettorali -, i pentastellati contano di convincere anche i più scettici.

Come i Progressisti che chiariscono il loro identikit del candidato. “Bisogna vincere le elezioni con qualcuno che sia in condizione di governare grazie alla conoscenza del territorio, delle nostre autonomie locali, del sistema economico e sociale e delle condizioni disastrate dell’economia isolana”, sottolinea Luciano Uras, uno dei veterani al tavolo. Che ribadisce: “Non c’è alcuna candidatura e tantomeno quelle imposte da Roma, abbiamo una cultura autonomista, siamo convinti che la Sardegna possa decidere del proprio destino e cerchiamo di mettere insieme una compagine che sappia ricostruire la Regione ridotta in macerie da questa maggioranza”.

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