Quote rosa, sì dalla Camera. L’ultima parola spetta al Consiglio (che le bocciò)

La Camera ha dato il via libera definitivo alle quote rosa nei Consigli regionali, ma la Sardegna rischia di arrivare per ultima nel recepimento della normativa nazionale. Secondo la norma, dalle prossime elezioni almeno il 40% dei consiglieri saranno donne. “Come Regione a statuto speciale – spiega il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus – in materia di legge elettorale abbiamo competenza primaria“. La responsabilità, insomma, è ora tutta nelle mani dell’Assemblea, dove attualmente siedono solo quattro donne: Anna Maria Busia (Sovranità, democrazia e lavoro), Daniela Forma e Rossella Pinna (Pd) e Alessandra Zedda (Fi). Nella precedente legislatura, nell’ambito della riforma della legge elettorale, il Consiglio regionale bocciò con voto segreto la doppia preferenza di genere.

“A questo punto – sottolinea Agus – per evitare di essere gli unici a non avere uno strumento come questo, occorre un forte mandato dalle forze politiche e iniziare proprio dal tema della doppia preferenza di genere, anche prima di discutere gli altri aspetti della legge elettorale”. Nella prima commissione sono depositate due proposte di legge statutaria per l’introduzione della doppia preferenza. Di una è primo firmatario Anna Maria Busia, dell’altra il consigliere del Pd Franco Sabatini. Lo stesso presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau aveva definito l’attuale legge “una vera schifezza sotto tutti i punti vista, nello specifico la parte relativa alla doppia preferenza di genere, norma inserita in bozza e cancellata con voto segreto”. La prima a dare la scossa è la deputata del Pd, l’oristanese Caterina Pes. “Non c’è altro tempo da perdere – dice – l’Assemblea sarda approvi urgentemente una proposta di legge sulla doppia preferenza, con la riforma va garantita una rappresentanza di genere equilibrata nei Consigli regionali”. E la collega di partito Romina Mura incalza ulteriormente: “E’ necessario modificare prima della fine della legislatura la legge elettorale sarda, perché come è attualmente formulata è l’antitesi della parità di genere”. Per Anna Maria Busia, infine, il voto della Camera rappresenta “un passaggio fondamentale, utile per superare la disparità che esiste. Ora mi auguro che l’autonomia che ci caratterizza non sia utilizzata al ribasso”.

Roberto Murgia (ANSA)

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