Raggiungono quota 1.198 le schede bianche che si sono contate in Sardegna in queste primarie del 30 aprile. Valgono il 2,7 per cento dei votanti (43.460 in totale). Il dato è una sorpresa anche nel Pd. Per ora c’è il parere tecnico di Sebastiano Mazzone, presidente della commissione congressuale che ha coordinato lo spoglio nei 270 seggi dell’Isola. “Tendenzialmente – spiega – le schede bianche sono di elettori hanno snobbato il voto regionale e si sono recati alle urne per votare solo il segretario nazionale”.
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Nei prossimi giorni, quando i dati saranno definitivi, compito degli esponenti dem sarà anche quello di leggere il dato delle schede bianche. Di certo, la scheda messa nell’urna senza indicare alcuna preferenza è anche un segno di protesta sul quale nel partito andrà aperta una riflessione.
In Sardegna si è anche rivelata un boomerang la scelta della doppia lista sia in appoggio a Giuseppe Luigi Cucca che in sostegno a Matteo Renzi. In casi come questi, infatti, gli elettori non possono limitarsi a mettere la X sul nome del candidato segretario, ma devono anche barrare la lista. In 540 schede ciò non è avvenuto e il voto è stato annullato. Si aggiungano infine le 39 schede contestate.
Quanto alla partecipazione, quei 43.460 elettori che si sono presentati alle urne valgono circa 4mila voti in più rispetto alle primarie regionali del 2013 (candidati Renato Soru, Ignazio Angioni e Thomas Castangia) e 16mila in meno rispetto alle nazionali del 2013 (in corsa Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati).
Sul voto sardo di domenica 30 aprile mancano ancora i dati per provincia sulla vittoria di Renzi. Il leader riconfermato dovrebbe essere vicino al 73 per cento. (al. car.)