Pigliaru: “Ora meno tasse e burocrazia”

“Sarò il presidente di tutti i sardi e da domani cominceremo a fare le cose promesse in campagna elettorale. E le faremmo tutte”. A parlare è Francesco Pigliaru.

Sarò il presidente di tutti i sardi e da domani cominceremo a fare le cose che abbiamo promesso in campagna elettorale. E le faremo tutte”. Sono le 17. Francesco Pigliaru, governatore da poco più di un’ora, parla dal suo quartier generale di via Bottego, a Cagliari. Davanti a telecamere e taccuini si presenta in jeans, camicia bianca e maglioncino verde.

Le domande per il successore di Ugo Cappellacci sono le solite, immancabili, appena si chiudono le urne. La più gettonata è: Professore, è contento? Pigliaru sorride, una volta e un’altra ancora. “Abbiamo ottenuto – dice – un risultato straordinario. E adesso comincia il domani. La Sardegna ha bisogno di un piano per l’istruzione; le imprese, se non semplifichiamo la burocrazia e abbassiamo le tasse, non possono creare nuova occupazione”.

Pigliaru racconta poi delle telefonate che hanno segnato il suo pomeriggio. La prima l’ha ricevuta da Cappellacci, “un po’ prima delle 16. La sua cortesia – sottolinea – è stata sincera. Mi ha fatto gli auguri di buon lavoro”. All’economista di Sassari la seconda chiamata l’ha fatta il segretario del Pd Matteo Renzi, nonché premier designato in atteso del voto parlamentare. “Mi ha detto grande Francesco – racconta Pigliaru -, e certo anche lui ha tanto da fare adesso”.

Il nuovo governatore della Sardegna aprirà già domani le consultazioni per formare la nuova Giunta che “dovrà essere all’altezza di una sfida così importante. La Sardegna ha bisogno di speranza, dopo cinque durissimi anni di centrodestra al governo”. La sensazione è che Pigliaru abbia già in mente una squadra, ma attende di confrontarsi con i partiti alleati. “Una coalizione”, quella del centrosinistra, “dove tutti, a cominciare dal Pd, hanno fatto la propria parte”.

Guardando all’eredità lasciata da Cappellacci, Pigliaru osserva: “Da tanto tempo penso che avremmo vinto le elezioni, e vi dico anche perché. Noi abbiamo costruito la campagna elettorale presentando le soluzioni ai problemi. Dall’altra ci sono state solo proposte irricevibili per i sardi, come la Zona franca integrale”.

Il pensiero finale è per gli alluvionati sardi che sono parte di quel 48 per cento di sardi astensionisti. “La percentuale dei non votanti è stata enorme – chiude il professore -. Anche a loro dobbiamo restituire fiducia. Perché io sono il presidente di tutta la Sardegna”.

Alessandra Carta

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