Olbia, la guerra dei veleni è una guerra di potere

All’inizio era la guerra contro le “navi dei veleni”. Col sindaco di Olbia Gianni Giovannelli che, in una seduta del consiglio comunale, annuncia di aver emanato un’ordinanza per bloccare l’arrivo a Olbia di un carico di percolato proveniente dalla Sicilia e destinato all’impianto di smaltimento del Consorzio industriale provinciale del Nord Est Sardegna (Cipnes). E con Settimo Nizzi,  presidente del Consorzio ma anche coordinatore regionale del Pdl, che rivendica a sé la decisione di bloccare l’arrivo della nave (affermando di non essere stato informato del contratto da un milione di euro tra la  Sicilia e il Cipnes) e sostiene che l’ordinanza di Giovannelli è illegittima.

Alla fine della scorsa settimana il Tar gli dà ragione, sbloccando l’arrivo della nave col percolato. Nizzi allora chiede che Giovannelli si dimetta e afferma che il comune potrebbe essere costretto a pagare i danni. Ma, contemporaneamente, facendo sue le preoccupazioni ‘ambientaliste’, afferma che i restanti carichi di percolato dovranno avere la certificazione di non pericolosità dall’Arpas siciliana. Anche Giovannelli resta fermo sulla posizione ‘ambientalista’ – già affermata nelle prese di posizione contro il Galsi – e ora mette in discussione la stessa capacità tecnica del Cipnes di smaltire il percolato nel suo impianto.

Questa la sintesi di una “guerra” nella quale, in realtà, le motivazioni ambientaliste appaiono lo schermo che serve a coprire uno scontro di potere. Perché la vera partita non pare riguardare tanto la sacrosanta tutela dell’ecosistema del golfo di Olbia quanto una poltrona molto pesante che si libererà nel prossimo giugno: quella dell’Autorità portuale del Nord Sardegna. A contendersela sono i soliti Pezzi da Novanta degli ultimi anni della politica olbiese: con l’ex sindaco Nizzi che aveva piazzato il suo“delfino”, che lo tradì per passare con il centrosinistra; con l’attuale sindaco che ha ripudiato il Pdl e ora non perde giorno per fargliela pagare.

 Sempre di navi si tratta. Ma dietro la guerra delle “carrette del mare” cariche di percolato ci sono le imbarcazioni che attraccano al porto Isola Bianca. Sono i traghetti e la navi da crociera. C’è l’Autorità portuale del Nord Sardegna. Parliamo di un bacino politico che porta voti e potere, con tutto il corollario di poltrone, incarichi, clientele all’ombra dei due porti del nord Sardegna. A giugno scade l’incarico di Paolo Piro, l’attuale presidente. Dopo due mandati consecutivi, Piro deve lasciare.

Secondo le indiscrezioni Settimo Nizzi e Fedele Sanciu, l’ex deputato e l’ex senatore“trombati” alle ultime elezioni, sarebbero in pole position. Piro è un uomo del Pdl: ex consigliere comunale, ex direttore della Marina di Porto Rotondo, è padre di Marco, attuale capogruppo del Pdl in Consiglio comunale. L’Autorità portuale è da sempre bacino di potere e voti per il centrodestra olbiese. Ma le cose possono cambiare. Così la maggioranza che governa il Comune, con Giovannelli in testa, pare voglia imporre un suo fedelissimo per guidare la Port Authority. Il nome che circola con più insistenza sarebbe quello di Giorgio Spano, ex democristiano di lungo corso, eletto in comune con gli ex rutelliani dell’Api, uno dei creatori della Civica che ha portato Giovannelli in Municipio e soprattutto uno dei componenti il “Cerchio Magico”che circonda il sindaco e ne indirizza scelte e decisioni: insieme a lui il presidente del Consiglio comunale Vanni Sanna, un tempo pontiere con il Pdl e l’assessore ai Lavori pubblici, Davide Bacciu.

Sulla carta la nomina del nuovo presidente dell’Autorità portuale viene decisa dal ministero dei Trasporti dopo avere sentito il presidente della giunta regionale. Il ministro deve scegliere tra una terna di nomi che viene designata dai Comuni, dalle Province e dalle Camere di commercio. I candidati devono avere una grande competenza: “esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”recita la legge. Ma qual è la competenza dei candidati? Tutti posseggono un natante, questo sì. Nizzi e Sanciu uno yacht, Spano una barca a vela.

Il favorito è Nizzi, asso pigliatutto della politica olbiese. Questo piegherebbe il suo riavvicinamento con Cappellacci e il parziale via libera alla candidatura del Governatore per un bis, nonostante i due si disprezzino. Nizzi punta a fare il gioco riuscito a Massidda per la Port Authority di Cagliari: far ‘ballare’ il partito, mandare segnali di guerra, per poi ottenere l’ambita poltrona.

Giovannelli, dunque, ambientalismo a parte, cavalca la vicenda del percolato per ostacolare la cora di Nizzi alla presidenza dell’Autorità portuale. Il suo nome preferito è quello di Giorgio Spano, attuale presidente della Commissione Urbanistica. Ma Giovannelli, dopo il recente riavvicinamento “istituzionale” (nonostante qualche polemica in campagna elettorale sui lavori sul ponte del Padrongianus), non disprezzerebbe un incarico a Sanciu. Quale dei due? Sì, perché insieme a Fedele, protagonista del burrascoso e poco dignitoso addio per incompatibilità sopravvenuta dalla presidenza della Provincia per una sfortunata candidatura al Senato, ci sarebbe anche il nome di Francesco Sanciu, fratello di Fedele e consigliere comunale. Non è un caso che anche Francesco Sanciu sia stato presidente dell’allora Cines, nella poltrona che ora appartiene a Nizzi. I due Sanciu sono rimasti in silenzio sulla vicenda. Atteggiamento di prudenza in vista di futura nomina?

Giacomo Legato

 

 

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