Oggi il giuramento dei nuovi assessori. Ma probabile che la Giunta sia a tempo

Giurano ed entrano in carica oggi i sei nuovi assessori che si sono aggiunti all’Esecutivo mini nominato da Christian Solinas  il 4 aprile scorso. Si tratta di Gabriella Murgia, neotitolare dell’Agricoltura; Valeria Satta, scelta gli Affari generali; Giorgio Todde, andato ai Trasporti; Quirico Sanna, che ha fatto sua la delega all’Urbanistica; Roberto Frongia, alla guida dei Lavori pubblici; Andrea Biancareddu, la quota Udc che prende in mano la Pubblica istruzione e i Beni culturali. La cerimonia è attesa alle 15,30 in Consiglio regionale, dove è convocata la sesta seduta della legislatura per le repliche dell’Aula alle dichiarazioni programmatiche presentate da Solinas lo scorso 8 maggio.

Nel nuovo Esecutivo regionale va ancora assegnata la delega all’Industria, che spetta a Sardegna 20venti, ma per via della spaccatura interna al movimento civico il governatore ha deciso di tenere l’interim. Al momento non è dato sapere se la partita si sia sbloccata. Ovvero se il consigliere-fondatore Stefano Tunis abbia trovato l’accordo con gli altri due eletti, Domenico Gallus e Pietro Moro. Se così fosse, oggi giurerà anche la dodicesima assessora, perché all’Industria deve essere obbligatoriamente nominata una donna per rispettare il 40 per cento di quote rosa.

Dalla discussione in aula si capirà molto sull’aria che tira nel centrodestra, segnata dallo strapotere di Lega e Psd’Az. Il partito di Salvini, che pure alle urne di febbraio non è andato oltre l’11 per cento, ha preso in mano tre assessorati più la presidenza del Consiglio: sono infatti scelte del Carroccio non solo Mario Nieddu alla Sanità, ma la Satta agli Affari generali e Todde ai Trasporti. Il Psd’Az, seconda forza della coalizione, oltre alla presidenza ha l’Urbanistica andata a Sanna e il Turismo assegnato a Gianni Chessa. È una quota Solinas pure la Murgia, l’ex renziana del Pd che si è spostata a destra. Due caselle in Giunta per Forza Italia con Giuseppe Fasolino (Programmazione) e Alessandra Zedda (Lavoro). Tutti gli altri partiti hanno un solo assessore. E vuol dire Frongia dei Riformatori, scelto ai Lavori pubblici, l’Fdi Gianni Lampis nominato ad aprile all’Ambiente e Biancareddu dell’Udc nuovo titolare della Pubblica istruzione.

La sensazione è che questa Giunta sia comunque provvisoria. Non con la sostituzione di tutti gli assessori, ma sicuramente di una parte. Solinas, come detto nelle dichiarazioni programmatiche di una settimana fa, vuole inaugurare una stagione di riforme. Oltre alla riorganizzazione della sanità con la cancellazione della Asl unica, nell’agenda del presidente c’è il riordino delle deleghe in Giunta, ovvero la riscrittura della legge 1 del ’77. Inizialmente sembrava che l’approvazione di una nuova distribuzione delle competenze richiedesse una maggioranza qualificata (cioè i due terzi dell’Assemblea, pari a 40 voti). Invece la materia non è di rango statutario, quindi i tempi diventano più brevi. Entro la fine dell’anno è possibile che il centrodestra riesca a concludere il lavoro. Sembra quindi nell’ordine delle cose che si proceda con cambio di alcuni assessori, una volta conclusa la nuova ripartizione delle deleghe. Per esempio i Beni culturali (oggi in mano alla Pubblica istruzione) verrebbero accorpati al Turismo. Ancora: attualmente sul governo del territorio decidono anche gli uffici della Programmazione, non solo quelli dell’Urbanistica. Si tratta di un’impostazione voluta quarant’anni fa dalla Dc per creare pesi e contrappesi tra i partiti.

Più complicata la leggina salva-mandato, cioè la sostituzione dei consiglieri nominati nella squadra di governo. Al momento sono tre – Alessandra Zedda, Gianni Chessa e Andrea Biancareddu -. Non si dimettono dall’Assemblea perché non potrebbero più farvi rientro qualora perdessero la guida dei rispettivi assessorati. Di qui l’ipotesi di procedere che una leggina che permetta la loro sostituzione in aula per tutta la durata del mandato in Giunta. Ma in questo caso la norma è di rango statutario e senza la maggioranza qualificata diventa obbligatoria l’indizione di un referendum popolare. Quindi non un traguardo da raggiungere in pochi mesi. E peraltro con un esito incerto.

I tempi sono invece strettissimi sui posti di sottogoverno collegati alla Giunta: in tutto cinquantadue caselle tra i direttori generali della presidenza e degli assessorati più gli uffici di gabinetto. La coalizione che vince le elezioni ha infatti novanta giorni  di tempo per cambiare i Dg (il conteggio scatta dalla proclamazione degli eletti), diversamente restano in carica quelli nominati dalla precedente maggioranza. Gli uffici di gabinetto, che al contrario decadono in automatico con la fine della legislatura, sono terne formate da un capo, un consulente e un segretario particolare. La partita rientra nel cosiddetto spoil system. È la presa del potere che si ripete puntuale ogni cinque anni, senza eccezioni. (al. car.)

 

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