Nuova Giunta, tutti da Solinas alle 18. Decisi i nomi leghisti. Nodo Riformatori

Christian Solinas ci riprova. Il presidente della Regione ha convocato gli alleati alle 18, a Villa Devoto, per un nuovo giro di consultazioni dopo le risse politiche di giovedì, quando il governatore ha dovuto esordire in Consiglio regionale con una ‘Giunta mini‘. Da sei, compreso lo stesso Solinas che ha tenuto per sé sette deleghe su dodici. “Se mi fossi fatto tirare per la giacchetta – ha spiegato il presidente qualche ora dopo -, sarei arrivato in aula con l’Esecutivo al completo”. Ma i nodi restano, a cominciare dai Riformatori che potrebbero non entrare nella squadra di governo. E ancora meno accettare la presidenza del Consiglio che Solinas vorrebbe affidare al liberal democratico Michele Cossa.

Ma andiamo con ordine. Solinas ha riempito finora cinque caselle: la Lega si è fatta assegnare la Sanità scegliendo come assessore il dentista Mario Nieddu, segnalato al partito dal deputato-oculista Guido De Martini; Forza Italia ha scelto la Programmazione e il Lavoro indicando rispettivamente Giuseppe Fasolino e Alessandra Zedda. I Fratelli d’Italia hanno preso l’Ambiente assegnandolo a Gianni Lampis. Il Psd’Az, il partito del governatore, ha nominato Gianni Chessa al Turismo.

Restano, appunto, sette deleghe. È ormai sicuro che la seconda più ‘pesante’, l’Urbanistica e gli Enti locali, vada ancora i Quattro Mori. Il prescelto è Quirico Sanna, avvocato, gallurese di Monti, ex vicesegretario nazionale del partito. Ma il Psd’Az salirà a tre assessorati perché Solinas, filtra da ambienti politici, sembra intenzionato a non cedere i Trasporti, su cui sta trattando personalmente con Bruxelles per mettere a punto una nuova continuità aerea, dopo che il bando del centrosinistra è stato contestato dalla Commissione europea (leggi qui). È invece tramontata l’ipotesi che il governatore possa silurare Chessa per mettere pace tra gli alleati.

Se Solinas mantiene per sé i Trasporti, i Riformatori devono dire addio alla speranze di avere due deleghe nell’Esecutivo. Un epilogo, questo, che già giovedì ha portato allo strappo tra i liberal democratici e il resto della coalizione, coi primi rimasti fuori dalla ‘Giunta mini’. Alla stampa lo aveva ufficializzato lo stesso coordinatore regionale Pietrino Fois.

E a proposito di Riformatori, Michele Cossa, considerato da Solinas il presidente ‘perfetto’ del Consiglio regionale, non avrebbe alcuna intenzione di accettare l’incarico. Cossa – risulta adesso – non solo non ha mai dato mai la propria disponibilità, ma non lo farà nemmeno nelle prossime ore. E questo rende profetiche le parole di Giorgio Oppi, il grande capo dell’Udc che da veterano dell’Aula ha guidato l’Assemblea nella prima seduta di giovedì e lo farà anche martedì, quando è convocata la seconda. Oppi, durante lo spoglio delle schede per le tre prime votazioni sul presidente (tutte concluse con una fumata nera), ha detto ai colleghi del Consiglio: “Inutile che scriviate il mio nome e quelli di Cossa e Gallus, perché a noi la presidenza dell’Aula non interessa”.

Se Cossa non accetta, è difficile immaginare un’altra soluzione: Antonello Peru, l’azzurro che vorrebbe diventare presidente, non ha i numeri. Giovedì, alla terza chiama, non è andato oltre le sedici preferenze. Ma ne servono trentuno per essere eletti. Peru non piace a Solinas per la sua situazione giudiziaria (leggi qui), ma sopratutto Forza Italia ha già preso due assessorati. Tutto il ‘bottino’ possibile con l’8 per cento di consenso.

I giochi sono invece chiusi in casa Lega, che ha deciso le altre due nomine: confermata l’allevatrice Daria Maria Inzaina all’Agricoltura, e Giorgio Todde agli Affari generali e al Personale. La Inzaina, di Calangianus, diventerebbe la terza gallurese della Giunta, dopo Fasolino e Sanna. Todde, invece, è un ogliastrino, sebbene viva a Cagliari per lavoro (ha una società interinale). Il Carroccio, però, non si è arreso sulla presidenza dell’Aula e ciò vale un’altra frizione con Solinas e gli alleati.

La Lega ha anche scelto il capogruppo: è Dario Giagoni, altro gallurese, di Santa Teresa. Il vice è invece il nuorese Pierluigi Saiu. Per decisione del commissario Eugenio Zoffili, il partito nominerà tra i suoi assessori anche un capodelegazione, cioè un primus inter pares che si raccorderà con Giagoni, Saiu e i rappresentanti del Carroccio nei territori.

Così restano da assegnare Lavori pubblici, Pubblica istruzione (abbinata alla Cultura) e l’Industria. Sulla carta se li devono spartire Riformatori, Sardegna20venti e Udc, con l’obbligo di indicare almeno due donne, diversamente non si raggiunge la soglia minima di quattro obbligatoria per legge.

Gli scenari sono due. Se i Riformatori, cui spetta la prima scelta, prendono i Lavori pubblici e indicano un uomo, l’Udc di Oppi sarebbe obbligato a trovare una donna per la Pubblica istruzione al posto del prescelto Andrea Biancareddu. Ma con Oppi scontento, la guerra a Solinas è sicura.  Non solo: a un’indicazione femminile non si potrebbe sottrarre nemmeno Sardegna 20venti, che ha già problemi di suo, visto l’isolamento di Stefano Tunis, fondatore della lista, messo in minoranza dagli altri due eletti, Domenico Gallus e Pietro Moro. E ancora: dalla Giunta sarebbero esclusi Sardegna civica e Fortza Paris, per i quali si prospettava una delega in condominio con staffetta di metà legislatura. Così Solinas rischia di perdere in aula il voto di otto consiglieri. Cioè i tre di Sardegna 20venti, altrettanti dell’Udc più i due di Sardegna civica e Fortza Paris. Solinas, che attualmente ha 36 seggi su 60, non avrebbe più i numeri.

Il secondo scenario è questo: i Riformatori restano fuori dall’Esecutivo, ma Oppi sarebbe ‘recuperato’ perché potrebbe metterebbe Biancareddu ai Lavori pubblici o alla Pubblica istruzione. Per Sardegna 20venti, Sardegna civica e Fortza Paris si prospetterebbe invece un futuro sull’Aventino: i tre partiti hanno difficoltà a trovare una assessora. Senza i quattro consiglieri dei Riformatori, i tre di Sardegna 20venti e i due di Sardegna civica e Fortza Paris, Solinas rischia di non poter contare sul voto di nove consiglieri, addirittura.

Da qui si capisce quanto il centrodestra si sia infilato in cui una secca in cui serve molta abilità politica per venirne fuori. Dopo un giorno di riflessione, oggi Solinas cerca la soluzione. Per martedì deve essere tutto risolto: c’è la nuova seduta del Consiglio regionale. Non fare passi avanti rispetto alla ‘Giunta mini’ è un’opzione che il governatore non vuole nemmeno contemplare. E infatti ha già detto che senza accordo decide lui. Ma gli alleati non sembrano mansueti.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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