Solinas corregge il metodo e avvisa: “Accordo entro martedì o decido io”

Christian Solinas parla dal terzo piano del Consiglio regionale, palazzo di via Roma a Cagliari. Il presidente ha qualche linetta di febbre nella giornata diventata un battesimo di fuoco per il nuovo governatore dell’Isola. Solinas è dovuto arrivare in aula con un Esecutivo da sei – qui tutti i nomi -, considerando lo stesso capo della Giunta come sesto assessore che si ritrova a gestire sette deleghe. Almeno sino alla prossima settimana. A domanda precisa chiarisce subito: “Se dagli alleati mi fossi fatto tirare per la giacchetta, oggi avrei esordito in Consiglio con tutte le dodici deleghe assegnate”. Quindi un avviso ai naviganti, cioè agli alleati, sul lavoro ancora da fare: “In assenza di una sintesi tra competenze e rappresentatività, dovrò procedere io da solo, perché è giusto che si completi la squadra”.

Dunque i partiti del centrodestra si sono rivelati meno compatti del previsto. E soprattutto meno fedeli del previsto. Solinas misura ogni parola, per non strappare altra stoffa dell’alleanza. Ma si capisce che quella di oggi è stata una corsa a ostacoli. Di fatto il governatore ha chiuso l’accordo solo Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il partito azzurro ha ottenuto tutti i due posti in Giunta assegnati ai berlusconiani in base al consenso elettorale: Alessandra Zedda è la nuova titolare del Lavoro, Giuseppe Fasolino prende in mano la Programmazione. Gli Fdi, a cui spettava una sola delega, hanno piazzato Gianni Lampis all’Ambiente. “L’assessore più giovane della storia autonomista – dice Solinas -: è nato nell’88, mi fregio di aver fatto una nomina con un record così importante, segno di rinnovamento”.

Solo parziale l’intesa con la Lega che prende la Sanità – il prescelto è Mario Nieddu -, ma rivendica altri due assessorati. E fosse per il Carroccio, il partito occuperebbe pure la presidenza del Consiglio, partita ancora aperta e conclusa oggi con una fumata nera (il centrodestra ci riprova martedì, quando è convocata la nuova seduta). Ancora tutta da costruire, invece, l’intesa con Riformatori, Sardegna 20venti, Udc e i piccolini della coalizione, cioè Sardegna civica e Fortza Paris che dovrebbe avere un assessorato in condominio con una staffetta di metà legislatura.

Il governatore conta di completare la squadra entro martedì. E dice ancora: “Non è che oggi non si sia riusciti a completare la Giunta. Io ho esercitato le mie prerogative e valutato positivamente la proposta sui cinque assessori che effettivamente ho nominato. In alcuni casi, invece, sto facendo un supplemento di istruttoria; in altri sto chiedendo partecipazione in un settore diverso”. In altre parole ci sono partiti che vogliono deleghe diverse da quelle proposte dal presidente.

Tirando le somme di questa prima giornata, è evidente che Solinas ha dovuto rivedere il proprio metodo. E adesso si capisce che l’aveva messo nel conto. Sui consiglieri-assessori, che sembravano esclusi dalla Giunta – così almeno nel paletto messo durante le consultazioni di due domeniche fa – il presidente ha detto: “Abbiamo rivisto il criterio per ragioni economiche. Un Esecutivo tecnico, come lo avevo ipotizzato all’inizio, costerebbe ai sardi dodici mensilità in più”. Ad avere il doppio incarico sono la Zedda e Gianni Chessa, il sardista che prende in mano il Turismo e le Attività produttive. “Così succederà sino a quando non verrà varata la leggina (quella salva-mandato attraverso la quale il consigliere che entra in Giunta viene sostituito per la durata dell’incarico)”. Solinas lascia comunque intendere che la Zedda e Chessa saranno gli unici. O al massimo ce ne sarà solo un terzo.

Il presidente della Regione ha dovuto fare una deroga pure sui consiglieri candidati alle Regionali di febbraio e non eletti. Sembrava che nessuno di loro trovasse spazio nella squadra di governo. Invece “per dare modo a tutti i territori di essere rappresentati”, continua il ragionamento -, oltre Lampis è stato nominato anche Fasolino. L’uno in quota Medio Campidano, l’altro è invece gallurese.

Da qui a martedì sarà ancora girandola di vertici. Rigorosamente bilaterali. “Solo quello conclusivo verrà fatto con una plenaria”, anticipa Solinas. Che, a domanda precisa, un’altra, chiarisce: “Non solo affatto deluso dalla giornata odierna. A scuola ci hanno insegnato che la dialettica si compone di tre fasi. Ovvero la tesi, l’antitesi e la sintesi. Sui primi cinque assessori siamo arrivati alla sintesi; sugli altri sette il confronto è fermo all’antitesi”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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