Nucleare, il 7 giugno manifestazione contro il deposito scorie nell’Isola

Allarmi di cellulari, sirene e campane sincronizzati alle 11 di domenica 7 giugno per suonare l’allarme contro l’eventuale dislocazione del deposito unico nazionale di scorie nucleari in Sardegna, in attesa che venga pubblicato l’elenco dei siti potenziali. E’ l’iniziativa “No nucle die” (giornata contro il nucleare) organizzata dal coordinamento Nonucle-Noscorie che chiama tutti i sardi alla mobilitazione in cinque piazze, chiedendo loro di sdraiarsi a terra al primo suono e di abbracciarsi al secondo squillo: a Cagliari in via Roma davanti al Consiglio regionale, a Sassari in piazza Italia, a Nuoro nei giardinetti di piazza Vittorio Emanuele, a Oristano in piazza Roma e a Olbia al molo Brin. Per il giorno prima, il coordinamento ha chiesto agli studenti in classe di sincronizzare la sveglia dei cellulari sempre alle 11 da far squillare “con o senza il consenso dei presidi”.

Alle istituzioni, invece, viene chiesto di esporre per tutta la giornata di domenica la bandiera del coordinamento nelle sedi dei municipi e dei palazzi provinciali e regionali e alla Chiesa sarda di suonare le campane per 3 minuti a partire sempre dalle 11. Il coordinamento cerca di coinvolgere anche le associazioni di volontariato e i vigili del Fuoco sollecitando il suono delle sirene sui mezzi in servizio, la stampa chiedendo la collaborazione di radio, e quotidiani e al Coni: “le società sportive in occasione degli incontri del 7 giugno scendano in campo con la bandiera nonucle-noscorie portata dai capitani delle squadre”. “Si tratta di un atto collettivo di esistenza del popolo sardo per far capire che le decisioni sulla nostra terra le abbiamo già prese con il referendum del 2011 con il quale il 97% dei votanti si è espresso contro l’installazione di centrali nucleari e lo stoccaggio di scorie radioattive nell’Isola e con diversi ordini del giorno del Consiglio regionale – ha spiegato uno dei portavoce del coordinamento, Bustianu Cumpostu – la responsabilità di questa terra l’abbiamo solo noi. In questo senso tutti abbiamo il dovere generazionale verso i nostri figli e i sardi del futuro”.

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