Mossa “tattica” di Milia: sentenza del Tar snobbata, confermati i tagli alla scuola

Sembrava lo scacco matto alla Regione, perché il Tar l’aveva bocciato ad agosto il taglio di tre scuole, tutte a Cagliari. Di fatto i giudici amministrativi imposero la correzione al Piano di dimensionamento, approvato a marzo dalla giunta di Ugo Cappellacci. Il ricorso era scattato in primavera: la battaglia per il diritto allo studio venne ingaggiata un gruppo di genitori. Ma adesso è la fine dell’illusione: non fosse altro che, in attesa della sentenza, a fine giugno Sergio Milia, assessore regionale alla Pubblica istruzione in quota Udc, ha scritto un nuovo Piano, quello definitivo che ha superato il verdetto del Tar. Fino a renderlo carta straccia. Tant’è: Francesco Feliziani, numero uno dell’Ufficio scolastico sardo, ha letto il dispositivo dei giudici amministrativi e deciso che non c’era il tanto per salvare una elementare, una media e un istituto superiore.

IL QUADRO. Dunque, i tagli alle scuole di Cagliari restano tutti. Questione di leggi, e di circostanze. Con un effetto: dal 16 settembre, quando si tornerà tra i banchi, le elementari di Piazza Giovanni saranno accorpate alle classi di via Castiglione, mentre la media Manno e l’istituto tecnico Deledda non esisteranno più. Così era scritto nel Piano di dimensionamento che Milia aveva fatto approvare una prima volta il 5 marzo 2013 (delibera 12/9), incassando poi i tre ricorsi. Ma siccome l’assessore Udc ha riportato le carte in Giunta, la sentenza del Tar è inefficace, perché si riferisce a un atto amministrativo superato da uno nuovo. E solo quest’ultimo è valido.

IL DIRETTORE GENERALE. Feliziani si ricorda tutto a memoria, perfino i giorni in cui il Piano di dimensionamento ha ottenuto il via libera dall’Esecutivo. Poi spiega: «Bisogna leggere il dispositivo del Tar per capire quanto la vittoria dei genitori poggiasse su fragili basi. Il Tribunale amministrativo ha dato loro ragione solo per un vizio di forma». Come dire: nella sostanza quei «tagli non sono contestabili». I giudici hanno messo nero su bianco che «la Regione ha comunque rispettato il dettato della normativa nazionale», sottolinea il manager della scuola.

LA CONTESTAZIONE. Sentenza alla mano, si evince che il Tar ha mosso a Milia un’unica osservazione: l’assessore e la Giunta hanno dato l’ok al Piano 2013-2014 prima di averlo fatto passare nella commissione consiliare, la numero otto, quella della Pubblica istruzione. Peraltro: il parere arrivato, seppure non vincolante, è stato negativo.

LA BLINDATURA. Di certo Feliziani non vuole rischiare nulla. Tanto che ha già spedito «una relazione all’Avvocatura generale dello Stato, perché impugni davanti al Consiglio di Stato la sentenza di primo grado». Il direttore generale sottolinea: «C’è la necessità di far decadere gli effetti di quel dispositivo, per evitare che lo stesso Tribunale amministrativo imponga magari il giudizio di ottemperanza. Vorrebbe dire rimettere in discussione, con l’anno scolastico già cominciato, un lungo lavoro di riorganizzazione che va avanti da mesi».

LA PRECISAZIONE. Insomma, Feliziani è inflessibile. Ma soprattutto preciso: «Come Ufficio scolastico regionale abbiamo recepito anche la seconda delibera della Giunta, quindi costruito gli organici sulla base dei tagli indicati nel Piano di dimensionamento (e confermati nelle due diverse approvazioni). Ci siamo mossi per evitare che le incertezze ricadessero sugli studenti, cambiare in corsa sarebbe difficile».

COSA SUCCEDE. E se i bambini di piazza Giovanni dovranno trasferirsi in via Castiglione, più complicata è la cancellazione della media Manno. Quegli alunni verranno spalmati tra il Conservatorio, l’istituto comprensivo Santa Caterina e la Ugo Foscolo. Soluzione identica per il ragazzi del tecnico Deledda, costretti a dividersi tra il Linguistico del De Sanctis (le ex magistrali, oggi liceo di Scienze umane) e il tecnico Azuni.

L’ASSESSORE. A metà pomeriggio ecco la nota di Milia che per ore non ha risposto al telefono. Ma quello che salta fuori è una strana lettura. «La delibera che recepisce le sentenze dello scorso 5 e 6 agosto – si legge – sarà portata oggi in Giunta. Dovrebbe essere la conclusione di una tormentata vicenda che ha visto manifestare i genitori degli alunni interessati al riassetto scolastico».

IL PUNTO OSCURO. A questo punto resta da chiarire cosa l’assessore intenda per «recepire». Se il significato fosse «accogliere», vorrebbe dire che Milia sta smentendo Feliziani su tutta la linea. Non solo: accettare la retromarcia sui tagli, significherebbe organizzare di nuovo gli organici. Esattamente come il manager dell’istruzione non ha voluto fare, viste le mosse della Regione. Non solo: il direttore generale ha scritto una relazione all’Avvocatura dello Stato, proprio per neutralizzare gli effetti della sentenza. Insomma, il «recepire» di Milia si dovrebbe tradurre semplicemente nell’approvare un nuovo Piano, quindi fare una terza delibera, perché adesso c’è il parere della commissione consiliare. Il vizio di forma, in questo modo, sarebbe corretto.

LA FLC CGIL. Che possa andare così, non lo nasconde Peppino Loddo, segretario sardo della sigla confederale. «Ci piacerebbe se l’assessore rinunciasse ai tagli, annullando un accorpamento e due soppressioni. Purtroppo Milia e la Giunta con la scuola sanno solo giocare, distruggendo ogni anno un nuovo pezzetto di Pubblica istruzione. In Sardegna si contano una settantina di autonomie scolastiche sottodimensionate, e continuano a essere falcidiate in maniera inaccettabile». Sul piano 2013-2014 Loddo ricorda: «Malgrado le promesse di concertazione, il dimensionamento è stato calato dall’alto, al dialogo non si sono aperti nemmeno i Comuni e le Province».

Alessandra Carta

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