Mobbing contro Ornella Piredda, udienza a porte chiuse

La difesa si arma contro Ornella Piredda, la super teste dei fondi ai gruppi: oggi a porte chiuse domande sulla sua vita privata.

“Se la teste Ornella Piredda non è credibile sul mobbing, vanno analizzate attentamente anche le dichiarazioni che ha reso sul peculato”. Così dice, a udienza appena chiusa, oggi nel tribunale di Cagliari, Agostinangelo Marras, l’avvocato difensore di Giuseppe Atzeri, l’ex presidente del gruppo Misto accusato dalla funzionaria in pensione di averla demansionata perché chiedeva le pezze giustificative sui fondi dei gruppi. Marras era in aula per fare il controesame alla Piredda, avvenuto a porte chiuse: il legale infatti ha chiesto conto all’ex impiegata dei suoi rapporti con Luigi Cogodi, capogruppo di Rifondazione tra il ’99 e il 2004 e col quale la Piredda ebbe un analogo problema di mobbing finito davanti al giudice del lavoro, che diede ragione all’ex funzionaria. L’avvocato ha voluto conoscere nei dettagli i particolari di quello scontro e per questo l’udienza è andata avanti senza il pubblico.

Dopo il controesame, sono stati sentiti due testimoni citati dalla stessa Piredda. Uno è Antonello Cocco, impiegato nel gruppo di Forza Italia e che, stando alle dichiarazioni dell’ex funzionaria, le avrebbe fatto notare quanto la sua presenza fosse scomoda perché chiedeva appunto le pezze giustificative. Cocco, però, ha detto di non ricordare quel particolare e ha spiegato di essere intervenuto una sola volta nei dissapori tra la Piredda e il suo superiore Angelo Sanna, “perché Ornella si era sentita male”. Sanna, a sua volta, è stato indagato per peculato nelle settimane scorse, dopo che la Guardia di Finanza ha trovato nel suo conto bancario personale 200mila euro arrivati dal Consiglio, ma la cui natura non è chiara. E non si tratta di stipendi.

L’altra teste è Maria Santucciu, dipendente del Palazzo di via Roma e che fa parte dell’ufficio di raccordo coi gruppi. In una precedente udienza, la Piredda aveva detto che la Santucciu era a conoscenza del suo trasferimento dal secondo piano al quinto, e oggi lo ha confermato davanti al presidente della Prima sezione penale, Mauro Grandesso. La dipendente ha però detto che la connessione Internet mancava in tutto il piano e non solo nella stanza della Piredda. La Santucciu ha poi spiegato che il telefono dato all’ex funzionaria permetteva di fare solo le chiamate urbane e quelle interne. Su questi due elementi, cioè l’impossibilità di accedere alla Rete e l’isolamento telefonico, poggia l’accusa di mobbing mossa dalla Piredda contro Atzeri. Adesso la lunga pausa estiva che durerà fino all’inizio del prossimo autunno.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

 

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