Migranti e servitù, Pigliaru invoca “leale collaborazione Stato-Regione”

La questione dei migranti, la sicurezza degli amministratori pubblici e l’incidenza elevata delle servitù militari in Sardegna: sono questi i temi posti dal governatore sardo Francesco Pigliaru, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questo pomeriggio a Ghilarza (Oristano), dove il capo dello Stato ha potuto ammirare la Casa Gramsci e presenziare alla presentazione del ottavo volume degli scritti di Gramsci, in occasione degli 80 anni dalla morte dell’intellettuale sardo (foto dal sito istituzionale della Regione). “Ma come ho detto, non possiamo e non dobbiamo far tutto da soli – ha detto Pigliaru -. Ci sono partite che vanno affrontate con lo Stato, nell’ottica di quel principio di leale collaborazione che perseguiamo con fiducia in ogni nostro agire”.

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Riguardo la questione migranti, Pigliaru ha spiegato che ciò che chiede la Sardegna “è di poter agire in un quadro di regole chiare e ben implementate, dal rispetto delle quote assegnate alla necessaria azione di contrasto verso flussi irregolari come quello che oggi muove dall’Algeria”. Altro punto nodale è la sicurezza: “gli attentati, le minacce, le intimidazioni nei confronti degli amministratori locali si susseguono con impressionante frequenza – ha aggiunto -. Anche in questo caso abbiamo fatto la nostra parte, realizzando un sistema di videosorveglianza che sarà sempre più capillare. Ma non basta. Troppo spesso i nostri territori interni subiscono un costante arretramento dello Stato laddove avrebbero bisogno, al contrario, di una maggiore presenza”. Poi alcune questioni aperte con confronto “intenso e a tratti acceso con lo Stato” e per le quali il governatore sardo ha lanciato un appello per “garantire una leale collaborazione tra i diversi livelli di governo”.

“In primo luogo gli accantonamenti, che ci vengono imposti dal 2012 in modo perpetuo, senza scadenza. Da allora circa 700 milioni l’anno vengono sottratti alle politiche di sviluppo e crescita che ci sono necessarie. Entrate dunque che vengono progressivamente ridotte violando in modo sistematico e unilaterale l’articolo 8 dello Statuto speciale”. Infine le servitù militari: “chiediamo da anni riequilibrio, cessione di beni non utilizzati, istituzione di monitoraggi ambientali indipendenti e riconversione in senso duale delle attività svolte nei poligoni”.

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“Non chiediamo anacronistici protezionismi, come non li chiedeva Gramsci per risolvere la questione meridionale. Chiediamo pari opportunità”, ha aggiunto Pigliaru soffermandosi sulla questione dell’insularità. Già questa mattina il comitato che preme per un referendum per inserire il tema in Costituzione, in occasione della visita del Capo dello Stato a Cagliari, aveva esposto uno striscione davanti al Consiglio regionale. “Il Patto per la Sardegna, dando risposte specifiche a richieste specifiche ci ha fatto fare passi importanti, ma non ancora sufficienti – ha aggiunto Pigliaru -. Per avere realmente pari opportunità, è necessario anche incidere sulla normativa europea, a partire da quella dei trasporti: troppo spesso ci rende difficile spendere in modo adeguato risorse nostre per garantire un reale diritto alla mobilità per i nostri cittadini. Signor Presidente – ha concluso il governatore – è importante e urgente che lo Stato italiano ci affianchi con determinazione di fronte alle istituzioni europee in una rivendicazione per noi fondamentale: la questione dell’insularità”.

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