Michela Murgia governatore? Sì, ma solo con un progetto comune dei sardi

L’ufficialità arriverà solo il 3 agosto a Nuoro durante Dies de Festa, evento annuale organizzato da Progres. È chiaro però che l’articolato intervento appena pubblicato sul suo sito, costituisca di fatto il punto di partenza per la candidatura di Michela Murgia alla presidenza della Regione. A sostenerla, “una coalizione civica che riunisca forze indipendentiste, personalità della società civile e quanti – pur provenienti da altri percorsi politici – vogliano contribuire a costruire un progetto comune per il bene della Sardegna”.

Nella sua disamina, la scrittrice di Cabras – classe 1972, Premio Campiello 2010 – riassume lo scenario politico attuale, spiega perché la sua discesa in campo è ben motivata ma al contempo illustra alcune “criticità oggettive”.

Partiamo dalle ‘ragioni del sì. A rafforzare l’idea della candidatura c’è “la serietà di chi mi fa la richiesta – scrive Michela Murgia -. ProgReS è un partito giovane e dinamico, dove la media degli aderenti è intorno ai 30 anni e la competenza più diffusa è la laurea”. Vi è poi “l’urgenza dettata dai tempi. La Sardegna è a un punto di svolta pieno di potenzialità ambivalenti. Da un lato c’è una drammatica crisi strutturale che sta soffocando la vita delle persone e che se non viene affrontata in modo deciso rischia di trascinarci tutti al baratro. Dall’altro ci sono segnali di creatività economica, culturale e sociale che sorgono dalla Sardegna stessa e che una classe dirigente meno ottusa ed egoista di questa avrebbe già saputo riconoscere e valorizzare”. Infine, “sperare in un rinnovamento interno dei sistemi di partito attuali” è del tutto inutile.

Via, si parte? Non proprio. Perché le riserve non mancano e sono state alimentate anche dalla legge elettorale appena varata dal consiglio regionale che vuole “evitare il sorgere di una terza via alternativa” al bipolarismo Pd-Pdl. “Giovani, outsider e donne sono stati volutamente marginalizzati – rimarca Michela Murgia – al punto che se la prossima turnata elettorale fosse una gara d’appalto sarebbe truccata, se fosse una performance sportiva sarebbe dopata e se fosse un corso universitario sarebbe a numero chiuso senza test di ingresso: chi è dentro è dentro, chi è fuori ci resti. Bisogna quindi avere una forte ipotesi di consenso per non ridurre a mera testimonianza l’enorme capitale di speranza che vorrebbe concentrarsi su questo progetto”.

Da qui una serie di punti interrogativi. “Esistono in Sardegna abbastanza sardi liberi da clientele da credere in un moto di cambiamento opposto e contrario a quello dei tradizionali partiti? Esiste un numero significativo di soggetti politici e pre-politici disposti a lasciarsi coinvolgere nella progettazione di un orizzonte comune per la nostra isola? Esistono le condizioni perché questo progetto possa convincere a venire a un seggio anche quel 40% di elettori delusi e traditi che non vota più?”.

“Credo che la risposta a queste domande sia un sì – chiarisce la scrittrice – e metterò in campo ogni mia risorsa per fare in modo che questo si veda, però sarebbe presunzione supporlo ora senza aver fatto i necessari passaggi per verificarlo: serve ancora almeno un mese di lavoro, studio e incontri con chiunque sia disposto a ragionare di questa ipotesi”.

Non manca infine un assist agli arrabbiati del Movimento 5 Stelle, con l’invito a superare “quella giustissima rabbia civica che i M5S si è intestato alla scorsa tornata elettorale , ma alla quale non ha saputo dare ancora soluzioni, perso nei suoi conflitti interni” e sul versante leadership Michela Murgia sposa in pieno il modello di “partecipazione nel metodo e piena condivisione nelle scelte”.

IL TESTO INTEGRALE DELLA NOTA DI MICHELA MURGIA

 

 

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