Michela Murgia: “Destra e sinistra non sono identiche ma negli ultimi anni hanno governato insieme”

Ho passato molto più tempo a fare politica nel senso civico del termine che a scrivere. In realtà credo che scrivere romanzi sia stato un incidente”. Lo ha detto Michela Murgia, candidata alla regione con la lista Sardegna Possibile, nel Forum con l’ANSA. ”Smettere di scrivere per candidarmi era naturale, la mia scrittura è stata più politica” ha ribadito ricordando che dei sette libri scritti uno solo è un romanzo.

Michela Murgia poi prosegue dicendo che le basi militari in Sardegna devono essere messe in discussione. ”Non lo può fare nessun altro che noi perché il centrodestra e il centrosinistra hanno un rapporto di dipendenza dalla politica italiana molto forte”. La candidata di Sardegna Possibile ha ricordato che il ministro della Difesa Mauro ha di recente ribadito che le basi non sono dismissibili. ”L’industria bellica in Sardegna è pari al 60% del totale in Italia. E’ una percentuale di occupazione impattante con conseguenze negative per l’economia”, ha sottolineato.

”Dare alla lingua sarda pari dignità rispetto all’italiano nelle scuole contribuirebbe ad affrontare il problema dell’abbandono scolastico”, ha detto Michela Murgia, spiegando che ”con la rinuncia al bilinguismo i bambini di madrelingua sarda” hanno maggiori difficoltà, e invece ”se nelle scuole si possono parlare due lingue, per i ragazzi sarà anche facile apprenderne altre”.

Secondo Murgia per far voltare pagina all’economia della Sardegna bisogna puntare sulle ”conoscenze” e sulla ”innovazione”. ”Per ogni posto nel settore delle nuove tecnologie si creano cinque posti nell’industria tradizionale”. E quindi occorre ”investire in corsi universitari rari per fare in modo che vengano studenti da fuori. Pensiamo allo ‘scambio dei cervelli’, che è cosa diverse dalla ‘fuga dei cervelli’, attraverso accordi con le università di eccellenza. Per ogni giovane sardo che va a studiare fuori, la Sardegna – ha sottolineato Murgia – deve accoglierne uno che viene da un’altra parte”.

”Chi vota Murgia vota i sardi”, ha proseguito Michela Murgia. ”Berlusconi verrà a fare campagna elettorale per Cappellacci. Renzi, o chi per lui, verrà a fare campagna elettorale per Pigliaru. A fare la mia non verrà nessuno, nessuno verrà a mettermi la mano sulla spalla e questo lo rivendico. Per questo siamo il terzo soggetto forte”, ha detto la scrittrice candidata riferendo che la sua campagna elettorale ”costerà 150mila euro, non ci crede nessuno”. ”Si è messa in moto una rete di relazioni che ci ha aiutato molto”, ha concluso. Aggiungendo poi: ”L’ipotesi di larghe intese non esiste. Se nessuno dovesse prendere il 25% mi preparerei a fare opposizione, si costruisce democrazia anche all’opposizione”.

“C’è molta differenza tra la nostra proposta politica e quella del Movimento 5 Stelle. L’approccio nel nostro caso non è la rabbia, ma un elemento progettuale fondante: l’indipendentismo”. Così Murgia puntualizza al Forum dell’ANSA la sua posizione rispetto agli osservatori che la indicano come beneficiaria dei voti dei “grillini” assenti alla competizione nell’Isola. “L’assenza di Grillo penso sia un danno per la democrazia – spiega la scrittrice di Cabras – un impoverimento dello scenario politico. Noi potremmo ricavarne un vantaggio elettorale ma è il quadro democratico a subire un pesante contraccolpo. Il Movimento 5 Stelle ha avuto il merito anche in Sardegna di riportare la gente al voto: purtroppo scegliendo di non presentarsi Grillo ha sperperato questo capitale”.

“Pigliaru è stato buttato in corsa in questa campagna elettorale quasi fosse il salvatore della patria e dopo che il Pd ha trucidato Francesca Barracciu: per me è un onesto uomo di numeri ma con un preoccupante arretramento sui programmi rispetto anche a dieci anni fa quando vinse Soru e lui governò l’assessorato al Bilancio per soli due anni e mezzo prima di essere cacciato”. È l’affondo di Murgia contro il candidato governatore del centrosinistra, Francesco Pigliaru, uno dei suoi avversari alle prossime elezioni regionali. “L’arretramento più vistoso – ha spiegato la scrittrice – riguarda l’industria. Pigliaru è andato in questi giorni nel Sulcis, emblema del tracollo industriale e dell’assistenzialismo, a dire che quel modello è ancora valido. La verità è che è andato a vendere fumo a chi i ‘fumi’ li produce e danni ambientali e alla salute della popolazione sono sotto gli occhi di tutti”.

Puntare sui “micromodelli” di progettazione e sviluppo, che hanno “una possibilità di impiego altissima”, per rilanciare occupazione e territorio partendo dalle industrie “naturali”. Questa la proposta da Murgia. “In tutti questi anni la sola politica degli ammortizzatori sociali e delle cattedrali nel deserto ha generato servi”, ha detto premettendo che vanno messi “in discussione due elementi strutturali” della regione e cioè “l’industria chimica e militare”, con la dismissione delle basi militari. Murgia ha infatti sostenuto che “bisogna restituire il territorio alle sue industrie naturali, dal turismo all’agricoltura”, partendo non dalle macroprogettazioni ma dai micromodelli, appunto. Il cui obiettivo è quello di far incontrare domanda e offerta dei territori e degli abitanti e di rilanciare sviluppo e occupazione “con un investimento forte sull’industria generativa e rigenerativa”. “Le fratture della filiera sono già state identificate”, ha aggiunto Murgia che ha anche indicato diverse aree di intervento con “micromodelli della salute,dell’istruzione,dell’agricoltura, del turismo”: questo significa “restituire al territorio il suo valore aggiunto”, ha concluso la scrittrice.

Senza nessun “ombrello” dai partiti tradizionali, quindi senza poter contare sul traino dei big nazionali pronti a sbarcare in Sardegna a sostegno dei proprio candidati, Murgia ribadisce la forza della sua proposta alternativa al centrodestra e al centrosinistra e chiarisce la totale trasparenza dei finanziamenti alla sua campagna elettorale. “Ce la facciamo grazie a chi, spontaneamente, ha deciso di darci fiducia. Non c’è alcun finanziatore occulto – sottolinea la candidata – Moltissima gente lavora per noi gratis e ci arrivano anche bonifici modesti, il primo ha superato di poco i mille euro. Chi come Cappellacci ha comprato sempre tutto non lo capisce e non lo potrà mai capire. Ecco perchè va all’attacco, ma con noi non trova terreno fertile”. “Il mio obiettivo – spiega – è quello di rompere il paradigma di un uomo o di una donna sola al comando. Il mio successo è il successo di un’intera squadra, dai più stretti collaboratori a chi ci sostiene dall’esterno anche finanziandoci”.

Il Turismo in Sardegna deve diventare ‘turismi’ e trasformarsi in cultura dell’ accoglienza”. A chi le chiede come pensa di coniugare turismo e cultura, lei candidata-scrittrice in una terra tra le piu’ belle, Murgia, ricorda ”uno spot per la promozione della Sardegna di qualche anno fa, dove si vedevano luoghi bellissimi, natura fantastica ma deserta. Non c’era nemmeno un essere umano. Ero uno spot fantasy in una Sardegna disabitata. Tutto il contrario della promozione turistica Svedese dove vedi solo i volti dei cittadini che ti danno il benvenuto. Dobbiamo tornare ad inserire le persone, perchè i sardi non devono più avere voglia di emigrare e si devono sentire al centro di una terra dove il turismo finora è stato solo sul mare, con molta cementificazione”. Riscoprire la cultura per Murgia significa quindi anche riscoprire un territorio diverso. ”Tanto per fare un esempio – aggiunge – in Sardegna c’è il radiotelescopio di San Basilio, a 35 km da Cagliari, che è il più avanzato d’Europa, che potrebbe dare vita ad un filone interessante di turismo scientifico. Ad otto chilometri c’è un grande e bellissimo sito prenuragico, con una serie di paesini perfetti per accoglienza ad impatto zero. Il compito della politica è questo, unire i puntini delle cose che esistono”.

“Destra e sinistra non sono la stessa cosa ma è certo che in questi anni in Sardegna hanno praticamente governato assieme. Il capo dell’opposizione, Renato Soru (aspirante presidente sconfitto cinque anni fa da Ugo Cappellacci, nrd), non ha mai fatto l’oppositore, anzi è stato campione di assenteismo: nove volte su dieci in Aula non c’era”. L’ex governatore nel mirino di Murgia. “Cappellacci – ha sottolineato la candidata di Sardegna Possibile – ha il demerito di non aver governato, e le poche cose fatte hanno ulteriormente peggiorato le condizioni dell’Isola. Ma va detto con altrettanta chiarezza che l’opposizione non ha mai fatto opposizione, abdicando al suo ruolo primario e di fatto collaborando con il centrodestra, una sorta di larghe intese figlie di bassa politica”.

“Il peculato è un furto, non si tratta solo di sperpero di denaro pubblico e di questo deve risponderne quasi tutto il Consiglio regionale. Tuttavia, per me la questione morale, che certamente esiste, non si esaurisce con il codice penale ma con i danni alla democrazia e al patrimonio comune. Quanto denaro ci hanno fatto perdere i nostri governanti per progetti falliti e cose mai fatte?”. Così Murgia sullo scandalo per i fondi ai gruppi consiliari della Sardegna che vede coinvolti esponenti di centrodestra e centrosinistra, ha la sua “ricetta” per bloccare il fenomeno. “Sulla spinta dello sdegno popolare, l’abolizione dei fondi pubblici è già passata, ma si può fare di più: se vinciamo – annuncia la candidata di Sardegna Possibile – taglieremo gli stipendi ai consiglieri prevedendo delle pesanti decurtazioni, fino al totale azzeramento, in caso di assenze prolungate e immotivate dall’Aula. Comunque il vero meccanismo dissuasore – chiarisce la scrittrice – è la totale trasparenza degli atti e il controllo sistematico dall’esterno di tutta l’attività legislativa e di governo”.

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