Medde lancia il “manifesto autonomista”. Anche lui è in corsa per le Regionali?

A leggere il suo “manifesto” politico, tutto votato alla difesa dell’autonomismo, Mario Medde, longevo segretario generale della Cisl sardo, è pronto per le Regionali del 2014. magari anche da candidato governatore. Lui non si sbilancia fino a tanto, ma di certo irrompe nel dibattito politico con una riflessione scritta nel suo sito Internet (www.mariomedde.it).

Dunque, potrebbe allargarsi a Medde, la rosa degli aspiranti governatori. Del resto gli spazi sembrano esserci tutti, sia in quota centrosinistra che con la destra. Infatti: nell’ex Ulivo Sel, Idv, Upc, Verdi e Centro democratico hanno tempo sino al 2 settembre per presentare le candidature alle primarie, fissate tre settimane più tardi, il 29. Quanto al centrodestra, anche lì i giochi della chiamata pre-elettorale alle urne sono apertissimi.

Medde, di certo, è un moderato, come a sinistra lo sono l’Upc e il Centro democratico. Quanto basta per pensare che quella potrebbe essere una possibile sponda. Non solo: l’ex numero uno della Cisl è una padre della Carta di Zuri, su cui la Cisl mise il sigillo (sebbene non da sola) proprio quando Medde guidava il sindacato cattolico.

Fato sta che Medde ha scritto: “La crisi della politica è anche crisi della selezione dei gruppi dirigenti e dei canali di collegamento con la società. L’aver declinato – va avanti l’ex segretario – l’autonomia speciale solo come rivendicazione verso lo Stato, e in termini essenzialmente economicistici, ha condizionato negativamente non solo una sua più adeguata evoluzione e pratica, ma ha rappresentato, al di là delle oggettive debolezze, un forte alibi per i gruppi dirigenti“. Medde aggiunge ancora: “Salvo e riconosciute eccezioni, i gruppi dirigenti non si sono mai posti il problema di come questa pur parziale conquista interrogasse anzitutto i loro principi e valori, cioè la volontà e la capacità di produrre loro stessi autonoma elaborazione, indipendenza di giudizio, rispetto della sedimentazione storico-culturale della rappresentanza, autonoma cultura e pratica capacità di governo”.

A questo punto un passaggio in limba: “Un tempo si diceva truncare sas cadenas, per affermare l’idea che la Sardegna dovesse superare la condizione di dipendenza. La verità è che la prima dipendenza riguarda proprio i vincoli che condizionano l’autonomia delle leadership nel promuovere le basi dell’autogoverno, cioè la concreta capacità di proteggere, difendere, sviluppare i diritti dei sardi, delle comunità e dei territori della Sardegna”.

Medde non ha dubbi: “Autogoverno è prima di tutto la concreta e realizzata autonoma capacità di acquisire e gestire le risorse, per distribuirle in modo equo ed efficiente in tutti settori della vita individuale ed associata. Oggi si è di fronte a un evidente logoramento delle istituzioni e a una cultura di governo dei problemi dell’Isola ben lontana da quell’autonomia di pensiero e di comportamento che è il necessario presupposto per un più adeguato autogoverno della Sardegna e per promuovere nuovo lavoro e sviluppo”.

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