Le storture della Sanità: a Cagliari il record di posti letto per abitante

Sono le storture degli ospedali sardi. La giunta di Francesco Pigliaru punta alla correzione entro il 2018. Qui tutti i dati per provincia.

Troppi posti letto a Cagliari e a Sassari, pochi nel Medio Campidano e in Gallura. Troppi posti letto per le emergenze (chiamate acuzie), pochi per la riabilitazione (si parla di cronici). Sono queste le storture della sanità sarda che la giunta di Francesco Pigliaru vuole correggere nel prossimo triennio, attraverso la nuova rete ospedaliera. Ovvero, la riorganizzazione dell’assistenza medica contenuta nel ddl approvato mercoledì dall’Esecutivo, su indicazione dell’assessore Luigi Arru.

In valore assoluto, entro il 2018 la Sardegna perderà solo 112 posti letto, passando da 5.901 a 5.789, pari a un meno 1,89 per cento. Quello che, stando al ddl, cambierà in maniera profonda, sarà la riorganizzazione territoriale. Infatti: a fronte di un optimum di 3,7 posti letto ogni mille abitanti, Cagliari attualmente è al 4,64, Sassari a 3,90, mentre il Medio Campidano fa registrare appena l’1,75. Poco poco sopra la Gallura, col 2,25.

Arru dice: “Sono questi alcuni dei numeri che andiamo a riequilibrare, non solo per ridurre i costi, ma anche per soprattutto per garantire a tutti i sardi il diritto alle cure e la loro continuità”. E la classifica dei posti letto continua col Sulcis che ne conta 2,51 ogni mille abitanti. Seguono Nuoro a 2,78, l’Ogliastra a 3,03, Oristano a 3,18. La media regionale è di 3,55.

Al momento non è dato sapere quanto perderà o guadagnerà ogni singolo territorio: la Giunta, come scritto nel ddl, ha 120 giorni di tempo per definire la mappa locale, sulla base delle indicazioni contenute nel decreto Salute in vigore da giugno. Il conteggio verrà fatto differenziando intanto per tipo di ospedale, secondo le quattro tipologie fissate a livello nazionale: primo livello, secondo livello, presidi di base e strutture private.

Certo è che per il 2018 il risparmio stimato sarà di 134 milioni, con i quali si comincerà a contenere quel disavanzo di 342 milioni lasciato in eredità dai manager del centrodestra. Tanto che nell’Isola il costo totale dell’assistenza ha superato ormai i 3 miliardi di euro, andando a consumare oltre il 50 per cento del bilancio regionale.

Ecco poi il disequilibrio tra assistenza per le urgenze e quella ai malati cronici. Per le prime oggi sono a disposizione 5.527 posti letto che saranno ridotti di 728 unità, pari a un meno 13,2 per cento. Di contro, i posti letto post acuzie cresceranno del 165 per cento, da 374 a 991.

Giuseppe Maria Sechi, il direttore generale dell’assessorato alla Sanità, dice: “A ben vedere la rete ospedale non è un bagno di sangue. Infatti non si deve parlare di tagli, ma di una razionalizzazione dell’offerta”. Sechi ricorda un’altra grande stortura del sistema sanitario regionale: “Col ddl si vanno a riequilibrare i cosiddetti ricoveri inappropriati“. Cioè le degenze facile, di cui 14.624 in regime ordinario (con più giorni) e 19.018 in day hospital. Il general manager dice ancora: “Solo specializzando le rete si può riqualificare l’offerta”.

In quei 112 posti letto in meno sono compresi anche i 242 che, con una deroga al patto nazionale della salute, la Regione a ottenuto dal Governo per mettere al Qatar di aprire il Mater Olbia. La struttura sarà pubblica-privato e colmerà, in regime di convenzione col Sistema sanitario regionale (ci saranno comunque stanze a pagamento), i grandi vuoti dell’assistenza gallurese.

Sul tema interviene anche uno dei medici del Pd in Consiglio regionale, Lorenzo Cozzolino. “Per il riequilibrio dei posti letto – dice – certamente ci saranno gli scontenti. Ma il passaggio è inevitabile. Alle attuali condizioni il sistema non può continuare a funzionare, perché è troppo costoso”. Cozzolino chiede quindi “la collaborazione di tutti gli operatori, affinché pensi all’obiettivo comune e non ai singoli orticelli”. E sul taglio di 64 primariati su 372, come scritto nel ddl, il Dem suggerisce di “spalmarli nel triennio, assorbendo in maniera naturale i pensionamenti”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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