L’Autonomia differenziata piomba in campagna elettorale. Soru e Todde divisi alle Regionali ma ‘uniti’ nelle critiche

Il via libera del Senato al ddl Calderoli sulla cosiddetta Autonomia differenziata piomba nella campagna elettorale per le Regionali nell’Isola. E scatena la reazione dei due candidati del centrosinistra: Alessandra Todde del ‘Campo largo’ e Renato Soru della Coalizione sarda. Divisi nella competizione elettorale ma convergenti sulla critica alla riforma-bandiera voluta dalla Lega. Secondo il fondatore di Tiscali, il progetto “rende speciale la Sardegna, ma in negativo”. La posizione dell’ex governatore è netta: “Il provvedimento all’esame del Parlamento cancella la nostra specialità e assegna una specialità più forte alle Regioni ordinarie. Con una legge ordinaria, votata a maggioranza assoluta, le Regioni ordinarie otterrebbero ulteriori competenze dallo Stato, diventando di fatto più speciali delle Regioni speciali. Viceversa, la Sardegna, per aggiornare le competenze dello Statuto, avrà sempre bisogno della doppia approvazione delle Camere, ovvero lo stesso procedimento necessario per la revisione costituzionale”.

Questo a livello ‘procedurale’. Poi c’è la questione dei livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti Lep a garanzia della coesione sociale tra Regioni con possibilità economiche differenti: la loro definizione “viene rimandata a un secondo momento, ma non si sa come verranno finanziati per garantire prestazioni uniformi nei servizi connessi a diritti fondamentali come istruzione, trasporti e salute su tutto il territorio nazionale. Inoltre, non è stato istituito il fondo perequativo nazionale posto dalla nostra Costituzione a tutela dei i territori con minore capacità fiscale, per rimuovere gli squilibri economici e anche gli svantaggi derivanti dall’insularità”.

Infine un appello che è anche una sfida ai parlamentari sardi e al candidato del centrodestra, Paolo Truzzu: “Avranno tra pochi giorni l’opportunità di chiarire chi rappresentano davvero: se i cittadini sardi che li hanno eletti o se sono agli ordini di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Il loro atteggiamento servirà a chiarire cosa potrebbe succedere nei rapporti tra la Regione e lo Stato qualora vincesse il candidato del centrodestra: a Roma tutto sarà concesso, la Sardegna potrà solo accettare col capo chino”. 

Secondo Alessandra Todde, invece, “Meloni spacca il Paese e tradisce il Sud”. Anche l’ex viceministra Cinque stelle sottolinea la mancanza di un finanziamento per i servizi essenziali nei territori più fragili. E questo, secondo la candidata del ‘campo largo’, “condanna milioni di cittadini a sentirsi italiani di serie B”. Todde spiega: “Il provvedimento rischia di aumentare le disuguaglianze. Le Regioni del Sud, soprattutto la Sardegna, pagheranno cara questa assurda scelta che andrà a minare settori, come quello sanitario, spesso già al collasso”.

“Ancora una volta il governo nazionale dimostra di non aver nessun interesse per la crescita e le prospettive del Mezzogiorno e i senatori sardi, che hanno votato questo provvedimento, si sono assunti un’enorme responsabilità di fronte ai cittadini – conclude -. La Sardegna subirà le conseguenze di questa legge iniqua e ingiusta che colpirà ancora di più la nostra sanità, l’istruzione, i trasporti, la vita dei cittadini sardi. Sono curiosa di sapere – la stoccata verso il competitor del centrodestra – cosa ne pensa Paolo Truzzu, alleato della Lega di Salvini e Calderoli. Oppure anche questa volta si raccoglierà in un silenzio tombale evitando per l’ennesima volta il confronto?”.

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