Laurea e docenze a Solinas: per il Pm l’intermediario è il consulente in Regione

Alessandra Carta

Christian Solinas ha nominato Roberto Raimondi alla guida dell’Autorità regionale Eni Cbc grazie all’intermediazione del suo consulente nell’ufficio di Gabinetto, Christian Stevelli, amico personale del governatore, factotum nella campagna elettorale del 2019 e poi portato in presidenza con una nomina politica. È questa la direzione nella quale si sta muovendo il pm Giangiacomo Pilia che ha fatto scrivere sul registro degli indagato lo stesso Solinas, Stevelli, Raimondo e l’imprenditore Roberto Zedda. Quest’ultimo per l’altro filone dell’inchiesta, quello relativo al rudere venduto dal capo della Giunta a peso d’oro.

Dunque adesso è chiaro perché Stevelli, candidato a sindaco nel Comune di Quartu alle elezioni del 2020 e sconfitto da Graziano Milia, è accusato come gli altri indagati di concorso in corruzione continuata. Il consulente in Regione ha fatto da intermediario nella nomina di Raimondi, un ingaggio che – sempre per il magistrato inquirente – è valso uno scambio. I due principali quotidiani sardi hanno diffuso anche le date del reciproco favore: Solinas, per il tramite di Stevelli in contatto con Raimondi, ha ricevuto un primo incarico di docente il 31 maggio del 2022 per insegnare alla UniLink, ateneo privato con sede a Roma, al centro di uno scandalo per gli esami concordati. Di recente ci sono stati nove rinviati a giudizio, tra cui l’ex ministro della Dc Vincenzo Scotti, fondatore della Link e a capo del Cda. Nell’università della Capitale, Raimondi era al momento della nomina in Regione era “professore straordinario a tempo determinato”.

Non è finita: sempre grazie a Raimondi, è l’accusa della Procura, Solinas ha ottenuto anche una seconda docenza. Questa volta a Tirana, nella facoltà di Medicina, dove il Dg nominato all’Eni Cbc era “direttore della scuola di dottorato di ricerca”, un incarico che si ricavava sempre dal curriculum. Raimondi, stando ancora all’ipotesi accusatoria del Pm, ha promesso a Solinas la laurea honoris causa in Medicina. Un pezzo di carta che in Italia non permette l’esercizio della professione, ma in Albania, a ben vedere, diventa titolo per insegnare materie su cui non si è mai aperto un libro.

Fatto sta che il pubblico ministero ha messo insieme materiale sui presunti scambi nel triangolo Solinas-Stevelli-Raimondi, tanto da aver ordinato il sequestro dei telefoni, di altri supporti informatici e di alcuni documenti. Il materiale è stato recuperato con un blitz in due giorni dalla Guardia di finanza che è entrata a Palazzo sia venerdì 17 febbraio che lunedì 20.

Adesso, però, si sono messe in moto le difese. Gli avvocati di Solinas, Toto Casula e Roberto Nati, hanno presentato un’istanza di Riesame per chiedere il dissequestro dei telefoni e dell’altro materiale informatico, ciò che obbliga il Pm a consegnare al presidente del Tribunale gli atti di indagine che potranno essere così conosciuti dagli avvocati e dall’indagato. Tutti i legali, inclusi quelli di Raimondi, Zedda e Stevelli, hanno invece presentato una riserva sulla richiesta di incidente probatorio per ottenere che sia il Gip e non il Pm a nominare il perito. Raimondi è difeso da Marco Angelini, Stevelli da Valerio Pirisi, mentre Zedda ha scelto Guido Manca Bitti e Francesco Marongiu.

Anche sul fronte del rudere a Capoterra valutato sui 50mila euro e pagato da Zedda 550mila euro, il lavoro del magistrato inquirente va avanti. La pubblica accusa è convinta che la compravendita sia una tangente, per questo ha messo insieme tutti gli incarichi ricevuti da Zedda in Regione e in altri enti. L’imprenditore di Cagliari – 57 anni compiuti l’11 agosto, editore di YouTg Net – ha comprato l’ex proprietà dei Frati minori attraverso la Silvia srl, società che si occupa di migranti, un rudere che Solinas aveva ottenuto senza spendere un centesimo perché lo rilevò con la promessa di una riqualificazione che è mai stata completata.

Tra gli incarichi di Zedda accertati ci sono per esempio i termoscanner venduti alla Regione in piena pandemia attraverso la srl Arionline. identico acquisto da parte dell’Aspal, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, e dell’Ats, la Asl unica del centrosinistra sostituita da Solinas con un’azienda identica che però si chiama Ares.

Zedda era anche inserito nel Project financing di Nuoro, quel maxi appalto da oltre un miliardo di euro in ventisette anni. Lo volle la Giunta di Renato Soru attraverso l’allora assessora Nerina Dirindin, ma poi è arrivato lo stop da parte dell‘Anac, l’Autorità nazionale per l’anticorruzione, quando era presieduta da Raffaele Cantone. Tra le motivazioni del cartellino rosso il fatto che “lo strumento trasgredisce l’applicazione delle norme e dei principi che disciplinano la concessione di lavori pubblici e appalti pubblici in generale, facendo conseguire alle parti un risultato precluso dall’ordinamento”. 

Zedda faceva parte del Project financing attraverso la Arionline e si sarebbe dovuto occupare di gestire le reti software e hardware. Il maxi appalto è stato chiuso definitivamente in questa legislatura. Precisamente a luglio 2021 con una delibera dell’Ats guidata allora da Massimo Temussi. Per le società inserite nell’affare saltato è arrivato un risarcimento da 20 milioni di euro. Non si conosce la ripartizione tra le aziende che facevano parte dell’Ati, l’associazione temporanea di imprese. Ma ne ha beneficiato pure Zedda.

Quindi, è piena estate del 2021 quando la Regione, per il tramite dell’Ats, liquida gli imprenditori del Project financing. Il resto è storia nota: il 4 novembre del 2020, quindi quattro mesi dopo, Zedda versa a Solinas una caparra da 200mila euro per la compravendita del rudere a Capoterra con la promessa di dargli altri 50mila euro dieci giorni dopo. Un mese dopo, il 2 dicembre, Solinas blocca con 200mila euro l’acquisto della villa al Poetto, pagata un milione e 100mila euro. Chiederà anche un mutuo da 800mila euro al Banco di Sardegna, l’acquisto è stato perfezionato a 10 del 2021. Il rogito per il rudere dei Frati si è concluso di recente. Zedda ha pagato a Solinas altri 125mila euro a novembre 2022 e poi ha chiuso definitivamente l’acquisto con altri 175mila euro.

Adesso però l’imprenditore deve mettere ancora soldini perché ha l’obbligo di ristrutturare l’immobile essendo classificato come edificio storico. Sempre che il ministero per i Beni culturali, qualora ravvisasse un supremo interesse pubblico, non glielo espropri. In quel caso gli darebbe un indennizzo da 15mila euro. Sarebbe una beffa per un investimento costato 550mila euro.

[Nella foto Facebook, Stevelli e Solinas]

Alessandra Carta

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share