Solinas vende, srl per migranti compra. Riqualificazione in corso dopo 18 anni

Spunta una nuova società nella vendita fatta da Christian Solinas a Santa Barbara, nelle colline di Capoterra, lì dove il presidente della Regione nel 2002 era diventato proprietario di un edificio storico con terreno (foto del 2019). L’acquirente, come noto, è stato l’imprenditore cagliaritano Roberto Zedda che il 4 novembre 2020 ha firmato il preliminare. Ma non con la Arionline, società con la quale ha rifornito la Regione di termoscanner ed era partner del Project financing a Nuoro da un miliardo di euro in ventisette anni (poi bloccato): Zedda ha stipulato l’atto con Solinas in qualità di titolare della Silvia srl, che “coordina, promuove e gestisce attività e servizi” per i migranti. Dal documento notarile risulta pure che il governatore ha venduto quando i lavori di riqualificazione erano ancora in corso, passati diciotto anni dall’acquisto.

Ma andiamo con ordine. Dieci mesi fa Solinas vende la porzione di vecchia abbazia a Santa Barbara per comprarsi la villa al Poetto da un milione e 100mila euro. L’affare immobiliare di Capoterra permette al governatore di mettere in tasca i 200mila euro che gli servono per versare la caparra alla famiglia Ciani, proprietaria della maison, come nel preliminare di acquisto firmato il 2 dicembre 2020. L’operazione di Santa Barbara si sarebbe dovuta chiudere il 30 giugno del 2021, con saldo di tutti i 550mila pattuiti da Solinas e Zedda. Di cui 50mila dati da Zedda dieci giorni dopo i primi 200mila euro. Invece il rogito non c’è stato. L’altro ieri, con un post-autodifesa su Facebook, il presidente della Regione ha confermato la mancata firma dell’atto definitivo perché “la promissaria acquirente (cioè Zedda) mi ha tempestivamente e formalmente richiesto via Pec un differimento del termine di ulteriori tre mesi“.

Il rogito, in buona sostanza, verrà chiuso entro pochi giorni, il 30 settembre. Intanto però l’operazione immobiliare ha svelato un altro asset di investimento di Roberto Zedda: oltre i termoscanner venduti alla Regione e le reti hardware e software per la sanità di Nuoro, ecco anche l’accoglienza dei migranti nel business dell’imprenditore considerato molto vicino a Nanni Lancioni, il sardista più ascoltato da Solinas.

Zedda deve pagare 550mila euro per un edificio storico ridotto a rudere e per il quale il governatore non ha mai pagato nemmeno i 35mila di valore stimato. Solinas, nell’accordo del 2002, ereditava la proprietà dai Frati minori in cambio della ristrutturazione del bene. Una riqualificazione che tuttavia lo scorso 4 novembre non era conclusa, passati diciotto anni. Nel preliminare si parla infatti di “fabbricati in corso di restauro e risanamento conservativo”, ha scritto il notaio all’articolo 1. E questa è l’altra importante notizia.

Zedda, a ben vedere, non solo sta pagando il terreno e il rudere di Santa Barbara quindici volte in più rispetto alla stima iniziale, ma dovrà anche portare avanti i lavori di manutenzione straordinaria. Anche perché su quel bene i Frati minori, come raccontato ieri da Sardinia Post, hanno il diritto a una servitù che consiste nell’utilizzare l’abbazia ristrutturata per “sostarvi, mangiarvi e svagarvicisi”. A questo punto è lecito domandarsi se non sia proprio Zedda il benefattore a cui allude Solinas nel post-autodifesa intitolato ‘“Le tante mogli di Putifarre e i tanti Sinone che giocano con le parole in Sardegna. Con una postilla per i destinati alla Giudecca del XXIV Canto dell’inferno‘.

La terza notizia è che nel rogito del 2002 coi Frati minori della Provincia di Cagliari, Solinas accetta anche un diritto di prelazione da parte del ministero dei Beni culturali, essendo il rudere riconosciuto come “bene di interesse storico-artistico”. Nel caso in cui il Mibact gli avesse portato via il rudere per un supremo interesse pubblico, il governatore avrebbe  ottenuto 15mila euro di risarcimento. Zedda, invece, strappa sul punto un ottimo risultato: Solinas mette nero su bianco di essere disposto a restituire all’imprenditore l’intero valore di quella porzione di  immobile, stimata dalle parti in 175mila euro.

Vale la pena ricordare che per la ristrutturazione mai conclusa Solinas aveva ottenuto, nella legislatura 2009-2014 quando era stato anche assessore ai Trasporti per due anni, da febbraio 2011 a marzo 2013, un finanziamento pubblico da 183mila euro. I lavori iniziarono, ma per l’abbattimento non dovuto di un muro, il governatore si beccò un avviso di garanzia per abuso edilizio, violazione delle norme sulla tutela paesaggistica e abuso d’ufficio. Solinas ha restituito i soldi, ma anche interrotto i lavori, visto che sono ancora in corso a distanza di diciotto anni dall’acquisto del bene. Nel frattempo lo ha pure rivenduto.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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