Il rudere di Solinas da 35mila euro pagato 550mila: per il Pm c’è dietro una tangente

Alessandra Carta

Per la Procura di Cagliari, che sta indagando sul concorso in corruzione in Regione, ha il sapore di una tangente il rogito tra il presidente Christian Solinas e l’imprenditore Roberto Zedda. L’uno venditore, l’altro acquirente. L’immobile al centro dell’operazione è l’ormai celeberrimo rudere sui monti di Santa Barbara, a Capoterra, non distante dalla casa di famiglia del governatore a Poggio dei Pini.

Solinas non comprò l’immobile: i Frati minori glielo cedettero in cambio della riqualificazione, ma col vincolo di poterci andare per bere e mangiare ogni qualvolta lo vogliano. I lavori di ristrutturazione, però, non sono mai stati fatti e saranno un obbligo per Zedda che ha pagato a peso d’oro quelle mura diroccate. Infatti: il valore del rudere è stato stimato in 35mila euro, risultava nel preliminare di vendita. L’imprenditore di Cagliari, che lo ha rilevato attraverso Silvia srl, una società che si occupa di migranti, l’ha pagato 550mila euro.

Il passaggio di proprietà si è completato in tre anni, anche senza rispettare le scadenze. Con certezza, Zedda versò la caparra da 250mila euro il 4 novembre 2020, un mese prima che Solinas, il 2 dicembre dello stesso anno, firmasse il preliminare della sua villa al Poetto, pagata un milione e 100mila euro. Per acquistare l’abitazione il governatore ha anche chiesto e ottenuto un prestito da 800mila euro dal Banco di Sardegna. Il secondo versamento è datato 4 novembre del 2022, per un importo di 125mila euro. L’ultimo pagamento è stato di 175mila euro.

Il pm Giangiacomo Pilia, titolare dell’inchiesta sulla presunta corruzione, ha incaricato un perito per valutare il rudere. Alla fine l’iscrizione di Solinas e Zedda sul registro degli indagati è stata inevitabile, visto che anche tenendosi larghi e rimando su una valutazione di 50mila euro, il prezzo pagato da Zedda è dieci volte superiore al valore stimato.

C’è di più, e anche questa è storia nota: siccome il rudere dei Frati minori è classificato come “edificio storico”, il ministero dei Beni culturali può espropriarlo da un momento all’altro, per un supremo interesse pubblico. In questo caso, al nuovo proprietario Zedda verrebbero dati appena 15mila euro, è sempre scritto nel preliminare di vendita.

Per questo, vista la sproporzione tra costo reale e prezzo pattuito, la Procura di Cagliari ritiene che non si tratti di un’operazione pulita. Solinas, invece, si è detto tranquillo. L’acquisto fatto dal presidente risale al 2002. Il presidente della Regione, anni fa, prese anche dei soldi attraverso la legge 29 del 1998 sulla riqualificazione dei fabbricati storici. Ma finì indagato. Era il 2014. Le accuse mosse contro di lui riguardavano presunti abusi edilizi e la violazione delle norme a tutela dell’ambiente, perché vennero abbattuti muri che non si sarebbero dovuti toccare.

A Santa Barbara i lavori non sono mai stati completati, perché l’impresa affidataria è fallita. Per uscire dall’inchiesta, Solinas, difeso anche allora da Toto Casula, dovette restituire i 183mila euro di finanziamento regionale. Allora correva la legislatura con Ugo Cappellacci governatore: Solinas si era dimesso un anno prima, a marzo 2013, da assessore ai Trasporti.

A distanza di dieci primavere, Solinas è alla prese con una nuova accusa che vale due filoni di indagini: l’altro, sempre per corruzione, riguarda l’incarico da Dg all’Autorità Eni Cbc Bacino del Mediterraneo che il governatore ha affidata il 25 agosto del 2022. Il destinatario di un contratto quinquennale è stato Roberto Raimondi, un manager con docenze a Tirana e alla UniLink, ateneo privato con sede a Roma. Stando a quanto ricostruito dal magistrato inquirente, Raimondi in cambio del posto in Regione ha promesso a Solinas una laurea ad honorem in Medicina a Tirana, più docenze sempre in Albania e nella stessa università della Capitale dove il Dg insegna.

La prossima mossa è l’accertamento tecnico irripetibile sui telefoni e altri apparecchi digitali sequestrati a Solinas e a un suo fedelissimo, Christian Stevelli, nominato consulente nel Gabinetto della presidenza in virtù dell’amicizia e del rapporto fiduciario.

Alessandra Carta

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