La Regione si riprende le dighe sarde: gestione diretta da gennaio con Enas

La Sardegna verso l’autosufficienza del sistema idrico multisettoriale: dal 1° gennaio 2019 tornano in capo alla Regione le dighe del Coghinas, dell’Alto Flumendosa e del Taloro (nella foto). A gestirle, come previsto da tre delibere di Giunta, sarà l’Enas, Ente Acque della Sardegna. “Il risultato – ha spiegato il governatore Francesco Pigliaru, che con l’assessore ai Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, e l’amministratore unico di Enas, Giovanni Sistu, ha illustrato i provvedimenti – è importante perché consentirà alla Regione di ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche invasate nei bacini artificiali dell’isola, con notevoli vantaggi soprattutto nei periodi di siccità. Inoltre consentirà di abbattere fortemente o azzerare i costi energetici sostenuti dal sistema idrico multisettoriale”.

Si punterà, insomma, al raggiungimento di un equilibrio costi-ricavi della gestione. “Con questa azione – ha detto Balzarini – completiamo un’attività avviata nel 2014 per il recupero delle dighe, finora gestite da Enel”. Le prime delibere in questa direzione erano state proposte dall’allora assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda. Oggi, ha aggiunto Balzarini, “tutti i bacini dell’Isola sono gestiti da un ente unico, Enas”. Secondo Sistu, “l’intervento consente di disporre direttamente di risorse che in questo momento Enas veicola dopo il rilascio da parte dell’Enel. La risorsa più importante è quella del Coghinas, con una capacità di invaso di oltre 240 milioni di metri cubi. Ogni anno ne rende disponibili tra 80 e 90 milioni fondamentali per la Sardegna nord-occidentale, mentre il sistema del Flumendosa ne rende disponibile altre decine di milioni, il sistema del Taoloro 80 milioni”.

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