La Corda saluta: “Lascio posto ad altri”. Ma nel suo partito è quasi impossibile essere eletti

Dopo due legislature e un’avventura cominciata per caso negli M5s, Emanuela Corda, grafica di Cagliari prestata alla politica, ha ufficializzato che non si ricandiderà alle elezioni del 25 settembre. La deputata uscente ha detto a L’Unione Sarda che dopo dieci anni preferisce lasciare “posto ad altri”.

In ogni caso la lettura della Corda non è esattamente corrispondente alla realtà. Alternativa – il suo partito, nato a febbraio 2021 come nuovo contenitore degli espulsi grillini – è dato dai sondaggi all’1 per cento su scala nazionale. Ma per il Rosatellum bis, la legge elettorale con la quale si va alle urne a settembre, non si entra nella ripartizione dei seggi se non si supera lo sbarramento del 3 per cento.

Vuol dire che Alternativa rischia di scomparire dal Parlamento, a meno di un miracolo con una progressione del 200 per cento sul consenso attuale. Per il Rosatellum, anche se Alternativa facesse parte di una coalizione, per conquistare seggi dovrebbe comunque raggiungere il 3 per cento, un traguardo che sembra fuori dalla portata di Alternativa. Non solo, nella forbice tra l’1 e il 3 per cento, in caso di alleanza con altri partiti, le preferenze raccolte confluiscono nelle liste che hanno superato la soglia di sbarramento. Sotto l’1 per cento, invece, i voti incassati vanno persi, prevede ancora la legge elettorale in vigore.

La Corda, ovviamente, sa bene come funziona sia la legge elettorale che la macchina del consenso. Ragion per cui ha deciso di metterci più la faccia sostenendo di farlo per altruismo. Di sicuro non andrà incontro a un’elezione che ha tutte le premesse per essere impossibile. La Corda ha fatto sapere che d’ora in avanti farà politica solo come attivista.

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