Il Governo impugna la Finanziaria. No allo sconto sulla benzina

Il Consiglio dei ministri ha deliberato l’impugnativa della legge finanziaria 2014 della Sardegna, in quanto “alcune disposizioni in materia di imposte di fabbricazione violano le disposizioni di cui agli articoli 8, 54 e 56 dello Statuto speciale, ledendo altresì le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento comunitario di cui all’art. 117 della Costituzione, nonché in materia di politica estera, il sistema tributario e contabile dello Stato e dogane previsto sempre dall’art. 117”.

La manovra, da 7,5 miliardi, prevedeva anche il taglio delle accise sul carburante ed  era stata approvata il 15 gennaio scorso.

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Nei giorni scorsi il Senato aveva bocciato l’istituzione della circoscrizione Sardegna per le elezioni europee di maggio (leggi l’articolo) e dalla Camera era arrivata la stroncatura di due emendamenti sul post alluvione (leggi l’articolo). Da qui le polemiche sul “Governo amico” dell’Isola.

La posizione di Cappellacci. “Il cambio Letta-Renzi è stato un puro e semplice giro di poltrone nello stile tipico della Prima Repubblica, non certo la svolta politica di cui si vagheggia tra una conferenza stampa e l’altra del premier. Per l’isola la musica è sempre la stessa: sono generosi e amorevoli con le banche e con altre aree del Paese, basti pensare ai fondi per il salva Roma e per l’Expò, ma avari ed ostili quando invece si parla della Sardegna”. Così l’ex governatore Ugo Cappellacci commenta la decisione del Governo di impugnare la Legge Finanziaria della Sardegna che prevedeva l’attribuzione alla Regione delle accise. “Nel giro di poche settimane – ha sottolineato Cappellacci – hanno eliminato il decreto che prevedeva delle misure per il post alluvione, uno dei pochi decreti veramente urgenti della storia della Repubblica, poi alla Camera hanno votato contro gli emendamenti che avrebbero ripristinato un sostegno, anche se insufficiente, alla nostra isola e ora impugnano una misura, quella relativa alle accise, con la quale proviamo a camminare con le nostre stesse gambe e a stabilire un principio: visto che è la Sardegna a subire i sacrifici derivanti dalla produzione dei carburanti, allora anche i vantaggi in termini fiscali devono restare in Sardegna. La nostra non era una rivendicazione solo simbolica, perché con il ricavato avremmo destinato nuove risorse alle infrastrutture e avremmo abbassato il costo della benzina in Sardegna. Da Palazzo Chigi invece la risposta: ‘Attendere, prego’. Speriamo che non siano questi i primi frutti del ‘dialogo aperto’ con il Governo da chi oggi guida la Sardegna e in passato ci ha accusato di demagogia, affermando che è sufficiente ‘l’autorevolezza’. Poiché l’unica autorevolezza riconoscibile è quella delle azioni e dei fatti concreti, chiediamo alla nuova Giunta di difendere con le unghie e con i denti la norma impugnata e di anteporre gli interessi dei sardi”.

Riformatori sardi. “La decisione odierna del Governo Renzi di impugnare la legge regionale che taglia i costi della benzina in Sardegna è l’ennesima certificazione che per l’isola non esistono governi amici”. Lo ha detto il deputato dei Riformatori sardi e presidente della Commissione Sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu. “Dopo la beffa che ci impedirà di eleggere parlamentari europei, dopo il teatrino sull’alluvione – ha sottolineato Vargiu – ora arriva l’ennesimo intervento contro la Sardegna. L’accordo Soru-Prodi del 2007 ha scaricato sulla Sardegna i costi della sanità, della continuità territoriale e del trasporto pubblici locale, ma non si vede nessuna delle contropartite attese. Al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, chiediamo di reagire immediatamente a questo ulteriore schiaffo: i Riformatori saranno al suo fianco. E a tutti i sardi chiediamo di svegliarsi: da Roma non arriverà nessun regalo, i nostri interessi legittimi dobbiamo imparare a difenderli da soli, tutti insieme”. “Lo Stato continua a prendere a schiaffi l’isola, il governo ha deciso di ricorrere alla Corte costituzionale per la norma, inserita in Finanziaria e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, che consente alla Sardegna di tagliare le accise sui carburanti e dunque di far avere ai sardi la benzina a metà prezzo – ha aggiunto Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori – si tratta di una decisione grave da parte di un governo che, a parole, dice di voler fare una riforma al mese e nei fatti chiacchiera e quando fa lede gli interessi dei sardi”. Concetti ribaditi anche dal capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.

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