Verbale firmato dopo quattro ore di riunione tra Regione e sindacati sulla vertenza Igea. Ora saranno le assemblee dei lavoratori a Lula, Campo Pisano (Iglesias) e Furtei a decidere se sospendere la mobilitazione. L’incontro, dopo quello fiume di ieri sera, era ripreso intorno alle 12: in ballo alcune modifiche al documento proposto dalla Regione ai sindacati. Intorno alle 16 è arrivata la firma che potrebbe sbloccare la situazione.
“Stiamo tentando di tenere in vita l’Igea dopo che l’abbiamo ereditata quasi fallita – ha commentato a caldo l’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras – ora si tratta di far andare avanti l’azienda con costi e ricavi in equilibrio. Ora dobbiamo portare a compimento la missione: abbiamo una mole importante di lavoro con il mantenimento dei siti, la messa in sicurezza e le bonifiche”.
Il verbale. C’è l’impegno da parte della Regione a garantire risorse finanziarie nel bilancio 2015 che consentano di sostenere la procedura concordataria e la futura riorganizzazione societaria. Il secondo punto riguarda gli stipendi: due sono garantiti entro novembre. Previsto anche l’avvio immediato del percorso di incentivo all’esodo. Tra i punti anche la definizione di alcuni aspetti legati ai contratti a tempo determinato e ai Cocopro di Furtei.
”Questo documento passerà ora al vaglio dell’assemblea dei lavoratori – spiega Gianpaolo Delrio, delegato rsu Cgil – e sulla base di questo si deciderà il da farsi”. I lavoratori, che da Campo Pisano a Iglesias, continuando con Furtei e Lula sono in sciopero chiedono il pagamento dello stipendio di ottobre, puntualità in quello di novembre e nei successivi e inoltre la presentazione di un piano industriale per rilanciare l’azienda.
Il verbale è stato firmato, ma i sette lavoratori di Lula non usciranno dalla miniera Sos Enattos dove si sono asserragliati a 80 metri di profondità da nove giorni. “Sarà l’assemblea di domani mattina, verbale alla mano – ha dichiarato il sindaco minatore di Lula, Mario Calia – a decidere se sospendere l’occupazione o proseguire”.
Nel pacchetto proposto dalla Regione ai lavoratori delle miniere di tutta la Sardegna c’è l’impegno a garantire risorse finanziarie nel bilancio 2015 che consentano di sostenere la procedura concordataria e la futura riorganizzazione societaria. Il secondo punto riguarda gli stipendi: due sono garantiti entro novembre. “Questo percorso per noi è accettabile – continua Calia – attendiamo però di vedere nero su bianco le cose dette. I sette colleghi sono stremati e depressi e vorrebbero uscire, ma stavolta la risposta ai problemi che abbiamo da anni deve essere strutturale e quindi risolutiva. Non accetteremo palliativi e domani decideremo il da farsi”.