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Primarie, i big del Pd sono quasi tutti con la Barracciu

È la mappa delle alleanze per le primarie, in quota Pd: chi sta con chi, tra Francesca Barracciu, Roberto Deriu, Gianfranco Ganau e Andrea Murgia.

È la mappa delle alleanze per le primarie, in quota Pd: chi sta con chi, tra Francesca Barracciu, Roberto Deriu, Gianfranco Ganau e Andrea Murgia. Quattro candidati per una corsa che sembra già scritta, almeno a ripassare, nome per nome, gli endorsement diventati pubblici. O comunque quelli privati ma non più segreti. Certo, qualcuno ancora nicchia, ma al momento tutto porta alla vittoria dell’eurodeputata.

PATTO SIGLATO. Con lo sguardo rivolto al Consiglio regionale, i democratici sono diciassette, a cominciare dal capogruppo Giampaolo Diana, ex leader sardo della Cgil, che cercherà voti alla Barracciu. Lo stesso farà la frangia postdiessina che raccoglie Tarcisio Agus, Vincenzo Floris e Luigi Lotto. Sull’eurodeputata hanno deciso di convergere pure Renato Soru e i suoi due fedelissimi dell’Aula. Ovvero, Pietro Cocco e Marco Espa. Si aggiunga Mario Bruno, per qualche giorno candidato in pectore dei soriani alle primarie, prima che l’ex governatore scegliesse l’europarlamentare. Barracciani della prima ora sono anche i renziani, e nella massima assemblea sarda se ne contano due: Chicco Porcu e Gavino Manca.

I SILENTI. Fa invece storia a sé il correntone di Paolo Fadda: cioè Cesare Morriconi, Lorenzo Cozzolino e Giuseppe Cuccu, I tre onorevoli, al pari del loro leader, avevano puntato le fiches su don Ettore Cannavera, una strada percorsa nel tentativo di mettere fine alla grande guerra democratica. Così però non è successo: l’ok dal Vaticano non è arrivato in tempo. Il prete, che pure avrebbe potuto restituire la pace alle diverse anime in guerra, è rimasto fuori dalla corsa. I faddiani avevano fatto un analogo ragionamento su Cristiano Erriu, presidente dell’Anci Sardegna (Associazione dei Comuni), un altro nome che si pensava potesse unire il partito, nella logica del candidato unico. Ma Erriu, vista l’aria che tira nel Pd, non si è nemmeno presentato ai blocchi di partenza.

LA FASCIA TRICOLORE. Ecco quindi Gianfranco Ganau, il sindaco di Sassari che mette insieme voti socialisti ed ex diessini. I primi fanno riferimento ad Antonello Cabras, potentissimo presidente della Fondazione Banco di Sardegna; i secondi portano dritti al segretario Silvio Lai e all’ex presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu. Nell’Aula di via Roma, Ganau ha dalla sua l’ex popolare Valerio Meloni, il quale, in teoria, dovrebbe stare con la Barracciu, visto che è un fedelisimo di Giovanni Giagu. Ma Meloni è stato vicesindaco di Ganau, e tra i due il feeling politico non si è mai interrotto. Al fianco del primo cittadino si è schierato pure Antonio Solinas, uomo di Cabras. L’incognita rimane su Elio Corda, il gallurese arrivato in Consiglio dopo un ricorso vinto, ma sulle primarie tace: di certo è un ex socialista, il che fa pensare a un appoggio a Ganau.

GLI EX DL. Sempre in quota ex Margherita, ma non di area Fadda, è barracciano della prima ora Franco Sabatini (bersiano sugli assetti romani). Silente è invece Gian Valerio Sanna che continua a tenersi fuori dal voto del 29 settembre.

QUELLI DI MONTECITORIO. Sul fronte dei sardi a Roma, lo scacchiere si ripropone pressoché identico. Alla Camera Cabras ha due fedelissimi: Romina Mura (a sua volta molto legata all’ex Ds Nazareno Pacifico) ed Emanuele Cani. La Mura, sindaco di Sadali dal 2010, a dicembre 2012, alle parlamentari del Pd, è stata la più votata in Sardegna (ha superato il muro delle 3.500 preferenze). Cani, invece, ha vinto nel Sulcis. I restanti cinque deputati stanno con la Barracciu. E sono intanto altre due democratiche di Montecitorio: Caterina Pes (ex Progetto Sardegna) e Giovanna Sanna, ex diessina pure lei, vicina al consigliere regionale Lotto. Sempre in quota ex Quercia c’è il villacidrese Siro Marrocu più due ex Dl. Cioè, il lettiano Francesco Sanna e il bersaniano Gian Piero Scanu. Anche Marco Meloni, altro uomo del premier, ex consigliere regionale entrato in Parlamento attraverso le urne liguri, sosterrà l’europarlamentare.

PALAZZO MADAMA. La Barracciu vince pure tra i senatori, visto che ha incassato l’appoggio di Giuseppe Luigi Cucca (ex Ds) e di Ignazio Angioni (Legacoop). Lai, al contrario, sosterrà Ganau, seppure non lo abbia mai dichiarato ufficialmente per via del suo ruolo da segretario.

IN ORDINE SPARSO. Nella galassia delle alleanze ha preso una posizione netta Area democratica, costola del Pd. I nomi di peso che tifano per la Barracciu sono Guido Melis, Giorgio Macciotta e Benedetto Barranu. Si arriva così all’ex Pd Efisio Arbau che alle Regionali del 2009 è stato il primo dei non eletti. Nel frattempo ha fondato il suo movimento (La Base), per poi varcare la soglia del Consiglio regionale quando la Barracciu ha lasciato via Roma, per andare a Bruxelles. Insieme all’eurodeputata ci sono anche le donne delle associazioni rosa, quelle che vogliono la doppia preferenza di genere.

GLI ALTRI DUE CANDIDATI. A ben vedere, tra i big del Pd nessuno ha deciso di sostenere né Roberto Deriu né l’outsider Andrea Murgia. Quanto al primo, presidente della Giunta nuorese, i consensi se li sta assicurando tra gli amministratori locali, visto che guida pure l’Ups (Unione Province sarde). L’economista Murgia, invece, è sponsorizzato dai civatiani sardi che hanno il loro quartier generale a Cagliari, nel Circolo Copernico.

L’AZZARDO. In questo scenario il dubbio è uno solo: chissà se lo strapotere della Barracciu, almeno in termini di endorsement, spingerà gli altri tre competitors a fare passi indietro. Ovviamente in nome dell’unità interna, ma anche pensando al centrosinistra traballante, con Sel, Idv, Upc, Verdi e Centro democratico infuriati per i troppi candidati Pd. Peraltro: i faddiani avevano lanciato nell’arena elettorale don Cannavera proprio per evitare che le primarie si trasformassero in un congresso di partito. Adesso bisogna solo aspettare: il 2 settembre vanno presentate le cinquemila firma necessarie a sfidarsi tre settimane più tardi. Allora si saprà se qualcuno ci ha ripensato e tirerà i remi in barca.

Alessandra Carta

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