Paola Pinna, deputata sarda del Movimento Cinque Stelle, ha solo mezzo piede dentro l’M5S. Il grande capo Beppe Grillo vuole darle il benservito, perché la parlamentare, insieme a un collega toscano, Massimo Artini, non avrebbe rinunciato a una quota della busta paga. “Chi non restituisce parte del proprio stipendio – ha scritto Grillo nel suo blog – vìola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari M5s, impedisce, in questo caso a giovani disoccupati, di avere ulteriori opportunità di lavoro e tradisce un patto con chi lo ha eletto. Si tratta di un comportamento non ammissibile in generale, ma intollerabile per un portavoce del Movimento”. Dalla Pinna, però, arriva secca la smentita sul mancato rispetto del codice.
La notizia è riportare sul sito online del quotidiano La Repubblica, il quale, però, da una lettura diversa sulla cacciata dei due deputati. Dietro la decisione di Grillo ci sarebbero dissidi interni tra lo stesso leader e i due parlamentari. Sul tema, Grillo ha anche posto una domanda ai suoi lettori-elettori, nonché militanti. Si legge: “Quindi valuta: sei d’accordo che Pinna e Artini NON possano rimanere nel Movimento 5 Stelle?”. Appunto, con il “non” scritto in maiuscolo.
Così la Pinna: “Io le regole le ho sempre rispettate, i soldi li ho restituiti come previsto. Sono loro che le stanno violando visto che non stanno passando per l’assemblea come previsto da Statuto M5S”, ha detto sempre a Repubblica la deputata in merito all’espulsione.
Le contestazioni mosse dalla parlamentare sarda aveva riguardato la gestione stessa del Movimento, in particolare il fatto che l’M5s stesse perdendo pezzi. Tanto che la Pinna è sempre stata considerata una dissidente e non una certo una allineata con Grillo.
I bonifici pubblicati da Paola Pinna su Facebook