Il giorno dell’Rt è arrivato. Oggi la Giunta di Christian Solinas, come annunciato il 3 maggio, deve comunicare ai 377 Comuni della Sardegna gli indici di contagio. Perché a partire da questo valore e nel caso in cui sia uguale o inferiore allo 0.5, i sindaci possono decidere se anticipare a lunedì 11 le aperture delle attività commerciali legate ai servizi alla persona, come scritto nell’ordinanza numero 20 di Solinas. Al momento – e siamo alle 11,30 di mattina – non ci sono Rt pronti. Anche perché la Regione, viste le difficoltà nei conteggi, ha deciso di demandare tutto all’Università di Sassari. Il calcolo dell’indice, in particolare, è stato affidato al docente di Statistica medica, Giovanni Sotgiu, ha riportato il quotidiano L’Unione Sarda.
Dunque, non sarà l’assessorato alla Sanità, a differenza di quanto detto in più occasioni da Solinas, a occuparsi di calcolare l’Rt per tutti i 377 Comuni sardi. E nemmeno ci sono responsabilità da imputare al ministero della Salute, come aveva detto l’altro giorno Mario Nieddu. Non solo: l’Rt su base comunale è un caso unico in Italia. Proprio ieri, a Sardinia Post, fonti dello stesso dicastero hanno fatto sapere che il calcolo degli Rt avviene per Regione e se ne occupano l’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, i quali mettono insieme ventuno diversi parametri. Quindi ogni altro Rt che sarà diffuso non seguirà questi canali ufficiali.
La novità è che ieri sera la Giunta ha chiesto alla Fondazione Kessler la formula per fare il calcolo. Ma al docente di Sassari vanno forniti tutti gli altri ventuno indicatori. Che sono divisi in tre gruppi. Nel primo ci sono dati da cui deve risultare la capacità di una regione di monitorare almeno il 60 per cento dei casi sintomatici notificati, nonché di quelli curati in ospedale e dei malati ricoverati in terapia intensiva. Con gli indicatori del secondo gruppo si misura in quale grado si garantiscono l’accertamento diagnostico, la verifica degli infetti e la gestione dei contatti. Col terzo gruppo di dati viene fuori la stabilità di trasmissione e la tenuta dei servizi sanitari.
A ben vedere si tratta di un lavoro gigantesco che forse la Giunta non aveva valutato. E per questa ragione non esistono Rt comunali. Ma siccome Solinas e Nieddu li hanno promessi ai sardi, ecco la richiesta di aiuto all’università di Sassari. La quale, magari, potrebbe fornire ai Municipi un indice di contagio che non tiene conto di tutti i ventuno parametri, in modo da velocizzare la procedura. Ma a quel punto si tratterebbe di un Rt diverso rispetto a quello ufficiale elaborato dall’Istituto superiore di sanità insieme alla Fondazione Kessler.
Nelle prossime ore si capirà come butta per la Giunta. Stando a quanto riporta La Nuova Sardegna, gli Rt sardi potrebbero essere pronti per domani. Oppure in serata si potrebbero conoscere quelli dei Comuni più grandi, visto che per Solinas e la Giunta sarebbe una brutta sconfitta politica non poter dare per oggi nemmeno un Rt e arrivare a mani vuote al Punto stampa di oggi, alle 18,30. In ogni caso gli esperti dell’università dovranno chiarire quali sono i parametri usati nell’Isola, perché difficilmente i sindaci prenderanno decisioni senza verificare ogni aspetto. Del resto dando il via libera alla riapertura anticipata delle attività commerciali si assumono anche la responsabilità penale di questa scelta. (al. car.)
