Se la partecipazione al voto per l’Europarlamento proseguirà questa tendenza, quelle del 2019 potrebbero essere le elezioni con la più alta affluenza dal 1979. Il dato delle 12, infatti è in crescita pressoché in tutti i Paesi dell’Unione. Un leggero calo è stato segnalato a Malta, in Bulgaria e in Portogallo. In aumento, a volte anche con un raddoppio come nel caso della Polonia, in tutti gli altri Paesi. Nel frattempo arrivano i primi exit poll dai Paesi nei quali si sono chiuse le urne. In Germania l’Unione Cdu-Csu di Angela Merkel si conferma il primo partito con il 27.5 per cento, ma perde il 7,8. Volano i Verdi sopra il 20 per cento.
In Austria, dato a sorpresa, vincerebbero i popolari del cancelliere Kurz (+7%), ma i sovranisti di Christian Strache, estromessi dal governo pochi giorni fa in seguito allo scandalo degli appalti promessi, perdono solo il 2 per cento. In Grecia avanti i conservatori con il 36 per cento, il partito di sinistra Syriza, del premier Alexis Tsipras, tiene con il 27 per cento. Anche a Cipro, in base alle indagini demoscopiche, si affermano i popolari di Dizy, testa a testa con i comunisti di Akel. Cresce dal 2 al 9 per cento l’estrema destra, non abbastanza, probabilmente, per conquistare parlamentari a Strasburgo.
I primi exit poll erano arrivati in mattinata dalla Slovacchia: i liberali di centrosinistra di Progressive Slovakia (Ps) della neo-presidente Zuzana Čaputová, hanno vinto le europee. Sconfitta per i socialdemocratici dell’ex premier Robert Fico, al 15 per cento contro il 24 per cento di cinque anni fa. Affermazione a sorpresa dell’estrema destra di Sns, terzo partito al 12 per cento. Nel 2014 aveva ottenuto poco meno del 2. Nei giorni scorsi erano già stati diffusi gli exit poll relativi a Olanda e Irlanda. Nel primo paese, a sorpresa, i sondaggi rlevano una forte crescita dei laburisti, al 18 per cento, e una tenuta dei liberali del premier Rutte. Lontano dalle prime previsioni i parti anti Ue, crollano gli anti islamici di Geert Wilders. A Dublino conferma per il partito di governo di centrodestra e avanzata dei Verdi.
L’affluenza. Boom in Francia (alle 17 43,29% contro il 35% del 2014) e in Ungheria, dove alle 15 era pari al 30,52%, già più alta di quella complessiva di cinque anni fa. In crescita anche in Germania alle 14 la percentuale di persone che è andata a votare era del 29,4% rispetto al 25,6% del 2014. In Spagna numeri ancora più alti se confrontati con le Europee di cinque anni fa: l’affluenza delle 14 infatti era del 34%, più alta di dieci punti percentuali rispetto al 2014. In Italia alle 12, quando aveva votato il 16,72% contro il 16,66% di 5 anni fa. In Italia la percentuale dei votanti è stabile, a mezzogiorno secondo i dati del ministero dell’Interno (con 5400 sezioni su 7.915) ha votato il 16,2% degli aventi diritto. Affluenza di fatto in linea con le elezioni del 2014 (16,01%).
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