E.On, Irs: “Abbiamo denunciato la situazione già nel ’98. La politica ora si prenda le sue responsabilità”

“Tutti sapevano, ma nessuno ha fatto niente. Oggi la zona di Fiume Santo e Porto Torres è arrivata a livelli di inquinamento quasi irreversibili senza che gli organi e le istituzioni preposte al controllo siano mai intervenute ma non solo, spesso i controllori erano gli stessi che dovevano essere controllati”. Lo scrive Irs in una nota sull’indagine della Guardia di Finanza su E.On, che ha portato agli arresti dei vertici del colosso energetico. Gli indipendentisti ricordano che già nel 1998 “il “Commando Amsicora” guidato da Gavino Sale occupò la centrale termoelettrica di Fiume Santo per denunciare che i sardi pagano l’energia il 40%in più rispetto all’italia e per denunciare inoltre l’inquinamento ambientale da parte di E. On. Già da allora gli indipendentisti sostenevano che il direttore della centrale, il giovane Salvatore Signoriello e tutti i dirigenti, dovevano essere processati per disastro ambientale”.

“La cosa che ci preoccupa – prosegue la nota – è che a fare chiarezza su questi fatti fino ad ora sia stato solo il tribunale, con due pesi e due misure, visto che per processare l’Eni sono passati ormai dodici annimentre la classe politica è sempre stata totalmente assente. Gli attivisti e le attiviste di iRS ritengono doveroso che la politica inizi a prendersi le proprie responsabilità per rispetto del popolo sardo e di tutte quelle persone, lavoratori in primis, che sono morte di tumore a causa della miopia culturale che ha forse definitivamente compromesso la salubrità ambientale del nord ovest Sardegna e grazie alla connivenza della classe politica che ha sempre accettato e sponsorizzato il ricatto del lavoro propinando un modello di sviluppo che oggi ha portato a questo disatro. iRS ritiene che la Regione Sardegna e il ministero dell’ambiente debbano costituirsi immediatamente parte civile. E’ sotto gli occhi di tutti che è necessario un cambio di passo radicale per quanto riguarda lo sviluppo della Sardegna a partire dal metodo e dalla filosofia politica. E’ arrivato il momento di discutere insieme cosa vogliamo fare del nostro territorio e del nostro futuro. Vogliamo continuare a violentare la nostra terra in nome del dio denaro? Vogliamo continuare a produrre energia con centrali a carbone e a smaltire i rifiuti costruendo inceneritori? A queste domande dobbiamo dare una risposta tutti insieme e la classe politica deve confrontarsi con i cittadini”.

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