Diana: “Fondi ai gruppi dati ai consiglieri come paghetta aggiuntiva”

Mario Diana, capogruppo del Pd da marzo 2009 a giugno 2012, ha spiegato in tribunale come venivano erogati e gestiti i fondi ai gruppi.

“Sino a quando io non sono diventato capogruppo del Pdl, dal 13 marzo 2009, in Consiglio regionale i fondi ai gruppi venivano dati ai partiti su base nominativa. Gli stessi uffici allegavano l’elenco di tutti gli eletti”. In aula, nel tribunale di Cagliari, lo dice Mario Diana durante il processo in cui lo stesso ex esponente della massima sarda deve rispondere di peculato aggravato, un’accusa che a novembre 2014 gli costò l’arresto. In carcere finirono pure Carlo Sanjust, altro pidiellino di via Roma, e l’imprenditore cagliaritano Riccardo Cogoni.

Oggi, davanti al giudice Claudio Gatti, Diana è stato interrogato dal pm Marco Cocco, titolare dell’inchiesta bis sulle spese sospette nella massima assemblea sarda. La seconda indagine è relativa alla legislatura 2009-2014, la XIV. Le parole dell’ex capogruppo Pdl hanno richiamato la paghetta aggiuntiva ai consiglieri che è la motivazione con la quale, a novembre 2013, il gup Cristina Ornano condannò il dipietrista Adriano Salis a un anno e otto mesi.

L’esame dell’imputato è cominciato proprio con l’organizzazione e la gestione dei fondi ai gruppi. La premessa è stata che “dal 13 marzo 2009 al 12 giugno 2012”, periodo in cui Diana era capogruppo, “il Pdl ha incassato 4.618.796 euro”, ha detto il pubblico ministero. Sul punto l’ex rappresentante dell’Aula ha spiegato che “dalla cifra vanno decurtati circa 600mila euro, soldi che il gruppo pagava a sua volta al Consiglio regionale per i contributi dei dipendenti”.

Diana, difeso dagli avvocati Mariano e Massimo Delogu, ha poi detto che “il Pdl (partito leader della maggioranza in quella legislatura) aveva 31 consiglieri e per ciascuno venivano assegnati 3.090 euro al mese“. Ma, stando alle dichiarazioni dell’imputato, ogni singolo esponente pidiellino pensava “autonomamente all’organizzazione dell’attività politica” per la quale quelle risorse erano erogate dagli uffici. In totale, dal 2004 al 2014, ammonta a 24 milioni la torta dei fondi ai gruppi su cui la Procura di Cagliari ha puntato i fari.

Il pubblico ministero ha fatto i conti sullo stipendio dei consiglieri regionali durante la XIV legislatura: “All’indennità base e mensile da circa 8mila euro” vanno aggiunte due voci una tantum, come “i 3mila per le spese di segreteria e i 3.500 per l’aggiornamento”. Alla fine “si ricava – ha sottolineato il pm – una mensilità di circa 15mila euro“. Ma per Diana “non si tratta di un conteggio corretto: il mio Cud non ha mai superato i 109mila euro annui”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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