Diana cita gli ex colleghi: “Ecco cosa hanno comprato coi fondi ai gruppi”

Ecco le spese degli ex consiglieri Pdl nella ricostruzione fatta in aula dal’ex capogruppo Mario Diana, a processo per peculato aggravato.

Decine di migliaia di euro pagati dal Pdl per organizzare convegni con buffet a margine o per acquistare penne, tv, tablet e stampanti. Ma anche per pagare consulenze. E questo già si sapeva. La novità è che Mario Diana, imputato nel processo-stralcio sul presunto peculato aggravato commesso durante la legislatura 2009-2014, oggi ha fatto i nomi degli ex colleghi pidiellini che “hanno commissionato quelle spese”. Spese da lui autorizzate tra il 13 marzo 2009 e il 12 giugno 2012, quando era capogruppo, quindi unico responsabile della cassa.

A interrogare Diana, davanti al giudice Claudio Gatti, è stato il pm Marco Cocco, titolare della doppia inchiesta sui fondi ai gruppi. L’esame dell’imputato è durato due ore e quarto. Proseguirà il 15 aprile e ha già fatto emergere la linea difensiva decisa degli avvocati Mariano e Massimo Delogu. Perché “i fondi ai gruppi – ha premesso l’ex esponente pidiellino – venivano dati dagli uffici per ogni singolo consigliere che, con quelle risorse, organizzava in autonomia la propria attività politica“.

Sulle  fatture “di dicembre 2010 e dicembre 2011” relative “all’acquisto di 20 Montblanc”, Diana ha detto: “Quelle penne le aveva chieste l’onorevole Alberto Randazzo“. Nel primo dei due anni, il gruppo Pdl pagò una fattura da 3.100 euro, “per 10 penne con un costo a pezzo compreso tra i 280 e i 510 euro”, ha ricordato il pm. Nel 2011, la ricevuta è stata di 4.055 euro, “sempre per 10 Montblanc con un prezzo unitario che oscillava tra i 250 e i 695 euro”, ha aggiunto ancora il pubblico ministero mentre faceva a Diana domande specifiche.

E a proposito di Montblanc, Diana ha anche raccontato la sua versione dei fatti “sulle 31 penne regalate, a Natale 2009, a ciascuno degli altrettanti consiglieri eletti nelle liste del partito durante quella legislatura. L’idea – ha osservato Diana – era stata della vicecapogruppo, Simona De Francisci. Fu lei a propormi di dare in omaggio le Montblanc in occasione della festività”. Non solo: se sino a oggi risultava che Pietro Pittalis, capogruppo vicario, fosse stato l’unico pidiellino a non ritirare la penna (ciò che gli è valsa l’archiviazione della sua posizione giudiziaria), Diana ha dato un’altra versione dei fatti: “A me risulta che solo l’onorevole Carlo Sanjust si rifiutò di accettare il regalo. E anzi, proprio per l’acquisto di quelle penne mi tolse il saluto per sei-sette mesi. Solo dopo che ci riparlammo, lo convinsi a portarsi a casa la Montblanc”.

Le 31 Montblanc erano abbinate a un progetto solidale. “Il costo totale di 13.218 euro comprendeva anche un contributo del 20 per cento destinato all’Unicef”, ha chiarito Diana.

Alla De Francisci viene anche collegato un regalo “fatto a una sua collaboratrice, Federica Scivo” che ricevette un portafoglio Montblanc. L’ha detto il Pm. E Diana ha spiegato: “Per comprarlo si erano quotati i consiglieri. Poi si è scoperto che l’omaggio è stato invece caricato sul conto del gruppo”.

Quanto ai 12mila euro pagati con due diverse fatture alla società “Gruppo misto comunicazione intestata ad Alessandro Deplano”, come nella ricostruzione fatta dal Pm, Diana ha tirato in ballo Rosanna Floris. “Le due ricevute – da 6mila euro ciascuna – erano relative alla consulenza che l’onorevole suddetto aveva commissionato per due proposte di legge: una sulla costruzione di nuove rotatorie, l’altra dedicata all’attivazione del taxi rosa”.

Con Diana capogruppo, sempre da marzo 2009 a giugno 2010, il Pdl ha speso “323mila euro in materiale elettronico”. Tra gli acquisiti, “50 notebook, 23 monitor per pc, 53 stanpanti, 106 tablet e 27 tv”. In particolare “alla Fsg di Riccardo Cogoni (l’imprenditore finito in carcere insieme a Diana e che ha patteggiato un anno e otto mesi), il Pdl pagò 4.860 euro per un solo monitor a 56 pollici”, ha ricordato ancora il Pm. Diana, però, non ha saputo dire dove siano finiti tutti quegli acquisti, fatti anche da Trony, come risulta da almeno sei scontrini recuperati dalla Polizia giudiziaria e allegati agli atti.

Ad Angelo Stochino, “l’unico consigliere Pdl dell’Ogliastra”, l’ex capogruppo ha collegato il conto da 51.700 euro pagato per l’organizzazione di convegni con buffet a Villagrande. Sempre su base territoriale, quindi chiamando in causa Oscar Cherchi e Mariano Contu per l’Oristanese e la zona di Cagliari rispettivamente, Diana ha risposto alle domande del pm su un’altra fattura da 800 euro relativa a eventi sul tema delle “Capre in fiera”. Ancora: Paolo Terzo Sanna è stato citato per una spesa di 59mila euro “connessa con l’attività politica organizzata a Villasalto”.

Diana, invece, non ha saputo dire chi andò a mangiare al ristorante di Cagliari “Lo spiedo sardo“, pagando una prima volta 2mila euro, mentre in una seconda occasione, “in cui si parlava di caccia”, vennero spesi 3.500 euro “per un pranzo con 60 persone”, ha chiarito ancora il pm. Senza ‘paternità’ è rimasta pure la fattura da 550 euro nel ristorante “Ci pensa Cannas“, sempre nel capoluogo. Ma anche quando ha ricordato, l’ex capogruppo ha specificato di non poter garantire sull’effettiva destinazione delle risorse. Perché ci sono “tante fatture false”, ha detto.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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Diana e i libri antichi pagati coi fondi ai gruppi: “Vi spiego perché l’ho fatto”

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