Col decreto Milleproroghe i contribuenti sardi colpiti dall’alluvione del 18 novembre non devono versare le tasse entro l’anno. Ma Ugo Cappellacci attacca il Governo: “La dilazione dei tributi è solo un timido segnale, serve di più”.
Il Milleproroghe è stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri. E oggi Cappellacci mostra i muscoli: “Il Governo salva Roma, ma abbandona la nostra Isola. La dilazione dei termini per gli adempimenti fiscali contenuta nel decreto, è solo un insufficiente e minimo segnale che non corrisponde alla proporzione del problema né alle richieste espresse dalla Regione”.
Cappellacci alza la posta: “Serve una politica fiscale che vada concretamente incontro alle esigenze di cittadini, comunità e imprese che devono rialzarsi dal fango. Sono necessarie fondi adeguati non solo ad affrontare l’emergenza, ma anche a realizzare le opere per contrastare gli effetti di simili eventi calamitosi. Per questo è fondamentale che l’utilizzo delle risorse non sia bloccato dai vincoli demenziali del patto di stabilità. E’ sconcertante – continua il presidente – che il Governo stanzi 115 milioni per salvare Roma dagli sperperi accumulati negli anni dai politici e non dimostri la stessa attenzione, invece, per rimediare agli effetti di un disastro naturale”. Quindi l’affondo finale: “Il compito di un Esecutivo non può esaurirsi in una distribuzione di colpe tesa a riversare ogni responsabilità verso chi è in prima linea sul territorio, come i sindaci, ma non ha i mezzi per intervenire. Poi però, una volta spenti i riflettori dei media gli stessi sindaci vengono lasciati soli. Il Governo deve dare risposte concrete, serie e urgenti. La Sardegna – avverte Cappellacci – non può aspettare”.