Decisi i 6 presidenti delle commissioni: accordo nel centrodestra, ecco i nomi

Fumata bianca dal vertice di mezzogiorno che ha riunito il centrodestra: la coalizione ha deciso i sei presidenti delle altrettante commissioni in Consiglio regionale. Tecnicamente si tratta di parlamentini che, in seduta ristretta, avviano l’esame delle leggi prima di approdare in Aula per la discussione e la successiva approvazione finale. Hanno occupato le caselle i sei partiti (su undici) che hanno raccolto il maggior consenso alle urne del 24 febbraio scorso. Accordo chiuso pure sui rispettivi segretari che, sempre in quota maggioranza, affiancano i presidenti nel coordinamento degli organismi consiliari.

La Lega, che con l’11 per cento ha superato alle Regionali il resto degli alleati, ha optato per la prima commissione, indicando alla presidenza il vicecapogruppo Pierluigi Saiu. I Riformatori hanno messo il cappello sulla seconda, cui spetta legiferare su Lavoro, Cultura e Formazione professionale: il prescelto è Alfonso Marras. La terza commissione, che si occupa di Programmazione, Bilancio e Politiche europee, va in quota Fdi, con Paolo Truzzu. La quarta finisce in mano Forza Italia: Giuseppe Talanas si prepara a guidare il parlamentino che ha competenza su Governo del territorio, Ambiente, Infrastrutture e Mobilità. La quinta commissione, dove prendono forma le leggi su Turismo, Attività produttive, Agricoltura ed Energie, la gestisce il Psd’Az con Piero Maieli. Nella sesta, quella che ha competenza su Sanità e Politiche sociali, il neopresidente è Domenico Gallus, di Sardegna 20venti.

Nel vertice di mezzogiorno i partiti del centrodestra hanno diviso pure le caselle dei segretari: ancora Sardegna 20venti lo esprime nella prima commissione, dove è stato indicato Stefano Tunis. Roberto Caredda, di Sardegna civica, è il segretario della seconda commissione; il sardista Stefano Schirru della terza; Aldo Salaris, quota Riformatori, della quarta; il leghista Andrea Piras è stato nominato nella quinta; Nico Mundula, degli Fratelli d’Italia, nella sesta.

Le opposizioni, ovvero centrosinistra e M5s, devono indicare i vicepresidenti che vengono ugualmente votati oggi, quando gli organismi consiliari si insediano. La composizione non è uguale in tutte le commissioni: nella prima (Riforme) ci sono quattro esponenti di maggioranza e tre di minoranza; nella seconda (Lavoro) il rapporto è di sei a quattro; nella terza (Programmazione) di nove a sette; nella quarta (Governo del territorio) di sette a cinque; nella quinta (Attività produttive) ci sono sei consiglieri di centrodestra e quattro di opposizione; nella sesta se ne contano rispettivamente nove e sette. (al. car.)

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