Uranio impoverito, Cotti (M5S): “Difesa non vuole fare chiarezza su patologie”

Nella seconda metà degli anni 2000, dinanzi all’allarme suscitato nell’opinione pubblica dai primi casi di neoplasie, fu il ministro della Difesa dell’epoca, il sardo Arturo Parisi, a dare notizia dell’istituzione del Comitato per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CPCM). Al Comitato fu affidato il compito di affiancare la Difesa sugli studi nel campo della diagnostica e prevenzione di problematiche sanitarie conseguenti a contaminazioni ambientali (in particolare da agenti radiologici, nucleari, chimici e geologici) e malattie dei militari, soprattutto per il rischio correlato alla permanenza in zone addestrative e operative. Oggi, con l’interessamento del senatore Roberto Cotti (M5s), arrivano le prime sorprese.

Racconta il senatore Cotti: “Lo scorso 10 marzo ho redatto due distinte richieste di accesso agli atti, provvedendo al deposito negli gli uffici della Difesa, cioè nella sede del CPCM che ancora oggi viene indicata come operativa nel sito internet ministeriale, con tanto di orari e recapiti telefonici. Qui gli inaspettati eventi. Dopo lunga attesa dettata dall’impossibilità materiale di rintracciare il CPCM (su cui nessuno, incredibilmente, aveva più notizie), a farsi carico di ricevere gli atti è stato l’ufficio di protocollo del ministro della Difesa. Questo, con un nuovo e improduttivo giro di telefonate, alla fine svelava il mistero: “Pare che il CPCM non esista più…“.

Da qui la decisione del senatore Cotti di interrogare il ministro della Difesa per avere notizie ufficiali sull’operatività del CPCM e sui risultati da esso conseguiti, ovvero per verificare se le motivazioni d’ordine tecnico-politico, scientifico e istituzionali che portarono alla sua costituzione non siano venute meno, dettandone così l’interruzione delle attività. L’interrogazione parlamentare a prima firma Cotti, sottoscritta da 19 parlamentari del M5S, chiede poi al ministro della Difesa se non ritenga utile rendere pubblici gli studi promossi e/o approvati dal CPCM, anche in ragione degli ingenti finanziamenti pubblici ricevuti. Con l’atto ispettivo è stato inoltre chiesto quali iniziative il ministro intenda avviare per dare concrete risposte al continuo verificarsi di vicende umane legate a preoccupanti patologie contratte dai militari, che ultimamente hanno visto soccombere il ministero della Difesa dinanzi alla Corte d’appello di Roma e ai Tribunali amministrativi regionali del Lazio e Piemonte. Gli interroganti del M5s hanno infine auspicato un Piano di verifica del sistema di prevenzione e sicurezza nell’ambito dell’Amministrazione militare, con particolare riguardo alla valutazione dei rischi per la salute nei teatri operativi esteri e nei poligoni militari in uso nel Paese.

In attesa del ministro sull’interrogazione parlamentare, oggi il colpo di scena: l’Ufficio di Gabinetto del ministro della Difesa, attraverso la nota M_DGUDC_0013047, ha rigettato l’istanza di accesso ai progetti di ricerca scientifica del CPCM, finanziati con quasi 3milioni di euro (uno dei quali riguarda il poligono di Quirra). Gli studi e i lavori promossi, approvati o realizzati dal CPCM restano quindi custoditi in un cassetto, a tutela di chissà quali segreti. A detta del Capo di Gabinetto del ministro, l’ammiraglio Valter Girardelli, Roberto Cotti non sarebbe portatore di interessi pubblici o diffusi, diretti, concreti e attuali ad una situazione collegata ai documenti sui quali si è chiesto l’accesso. Insomma, la sua colpa sarebbe quella di essere, tra l’altro, un senatore della Repubblica, con magari l’aggravante pacifista nel Movimento 5 stelle.

“Resto sbalordito dall’opacità manifestata dal ministero della Difesa – ha commentato Cotti – e soprattutto non comprendo le ragioni di questa decisione per due ordini di motivi. Intanto perchè da qui a breve partirà la nuova Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito, cui non potrà essere nascosto nulla, e poi perchè, più volte, i precedenti ministri della Difesa, Parisi, Martino e La Russa, dinanzi alle commissioni difesa di Camera e Senato, si erano impegnati a fare chiarezza sulle attività e lavori del CPCM”. “Comunque la si guardi, una segnale che non fa presagire nulla di buono”, ha concluso il senatore cinquestelle.

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