Costituzione, riforma bocciata e Renzi a casa. Sardegna regina del No (72,2%)

La Sardegna è la regione che ha bocciato la riforma della Costituzione con la percentuale più alta: 70, E oggi il premier Matteo Renzi rassegna le dimissioni.

La Sardegna regina italiana dei No, col 72,22 per cento di elettori che ha bocciato la riforma della Costituzione (in valore assoluto 616.791 su 859.158). È questo uno dei tanti dati che hanno accompagnato la lunga maratona referendaria segnata dalle dimissioni del premier Matteo Renzi. Il capo del Governo si recherà al Quirinale nel pomeriggio di oggi per rimettere l’incarico nelle mani del presidente Sergio Mattarella che glielo affidò il 17 febbraio 2014.

Renzi, dunque, è rimasto inquilino di Palazzo Chigi per mille giorni, un numero che lo stesso premier ha ripetutamente citato nella conferenza stampa di mezzanotte. Dieci minuti di discorso durante il quale Renzi ha prima riconosciuto la sconfitta e poi annunciato la fine del proprio Governo. In alleanza con l’Ndc di Angelino Alfano.

La vittoria del No è stata nettissima, di quasi venti punti: 59,95 per cento spalmato in 61.551 seggi (il dato non comprende la sezione Estero). Di certo, un esito che non si attendeva in queste proporzioni. Lo stesso Renzi, conclusa la conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha detto: “Non sapevo mi odiassero così tanto). Ma quando ieri a mezzogiorno è stato diffuso il primo dato sull’affluenza (al 20,14 per cento), si è subito ipotizzato che il Sì avrebbe rischiato di perdere. Soprattutto la Sgw Sondaggi, nei giorni scorsi, dava per probabile la bocciatura della riforma con una partecipazione finale superiore al 60 per cento. Così è stato: l’affluenza totale ha fatto segnare il 68,48. In valore assoluto i No sono stati 19.025.275 contro i 12.709.515 Sì.

In questo referendum costituzionale la Sardegna è già un caso nazionale: il No ha vinto con una percentuale quasi bulgara, la più alta d’Italia. Ma questo è avvenuto a fronte di una partecipazione risultata più bassa rispetto alla media della Penisola: 62,45 per cento contro il 68,48 registrato nel resto d’Italia.

Quella di oggi sarà la giornata delle reazioni politiche, anche nell’Isola dove si attende che, su tutti, commentino l’esito del referendum il governatore Francesco Pigliaru e il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, entrambi schierati per il Sì (leggi qui). Si tratterà di capire se pure in Sardegna, dove la politica si stava muovendo a passo lento proprio per via del referendum, l’agenda di governo avrà un’accelerata, specie rispetto al rimpasto della Giunta.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Referendum, voto in Sardegna: il No stravince ovunque. Record a Iglesias e Oristano

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