Cossa si dimette da vicepresidente del Consiglio: “L’Aula non dà risposte ai sardi”

Michele Cossa (Riformatori) si dimette da vicepresidente del Consiglio regionale, perché “l’assemblea è paralizzata e non dà risposte ai sardi”. Il riferimento è soprattutto alla questione delle Province, la cui abolizione era stata promossa proprio dal partito di Cossa, ma la maggioranza di centrodestra non è andata oltre i commissariamenti dei quattro nuovi enti intermedi più quello di Cagliari. Cossa parla di “tradimento della volontà popolare”.

Sono le 19, quando il vicepresidente dimissionario annuncia con un comunicato stampa la propria decisione di lasciare l’incarico. “C’è stato un referendum – si legge -, i sardi hanno detto chiaramente che vogliono spazzare via il vischioso sistema di clientele e di sottopotere della vecchia politica incarnato dalle province, con le loro consulenze e le loro centomila società partecipate, ma i partiti cincischiano e traccheggiano”. Tutto questo, a sentire Cossa che è anche il coordinatore sardo dei Riformatori, avviene attraverso “una interminabile e insopportabile melassa“.

L’esponente dei liberal democratici usa parole dure e sottolinea: “Così non si va da nessuna parte. Inutile fare il vicepresidente di un Consiglio immobile, paralizzato, incapace di fare le cose buone e urgenti che servono ai sardi e che i sardi, proprio con i referendum, hanno unanimemente chiesto”.
presidente del Consiglio regionale.

Cossa aggiunge: “Ci sono autorevoli esponenti di quasi tutti i partiti che si sono convintamente e sinceramente impegnati nell’elaborare ipotesi di lavoro idonee a realizzare un’ampia condivisione, completando il percorso della soppressione delle Province col trasferimento delle competenze ai Comuni e redistribuendo risorse finanziarie e personale. Nonostante questo – spiega ancora l’onorevole – non si riesce a fare passi avanti”.

Il vicepresidente dimissionario chiude con un ultimo passaggio sul metodo di lavoro nella massima assemblea sarda: “Una specie di muro di gomma rende impossibile procedere, in attesa che la fine della legislatura faccia tirare un sospiro di sollievo a tutti coloro i quali, in modo subdolo ma con grande tenacia sin dall’inizio, si sono attivati per cercare di tradire la volontà popolare“.

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