Tutti contro la legge elettorale della Sardegna attualmente in vigore e con la quale sono stati eletti gli attuali 60 consiglieri regionali. Una legge che, su diversi aspetti giuridici, è stata oggetto di diversi ricorsi, alcuni dei quali ancora pendenti. Il primo a criticare la normativa in occasione del convegno “Partiti e democrazie in movimento”, è stato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. Nel suo discorso di saluto, ha ricordato il ruolo fondamentale dei partiti nell’attuale sistema democratico (“ho difficoltà ad immaginare un sistema democratico senza i partiti e senza che i partiti svolgano quel ruolo di rappresentanza delle istanze e quelle funzioni di mediazione che gli sono stati propri, riconosciuti dalla Costituzione”) e ha rivolto critiche all’attuale legge elettorale regionale (“una pessima legge, nata in una logica di autoconservazione che non è riuscita, colpevolmente, a garantire una rappresentanza di genere ma neanche quella territoriale”).
L’assessore degli Affari Generali, Gian Mario Demuro, ha poi spiegato che “una buona legge elettorale, perché sia coerente con l’articolo 16 dello Statuto sardo, deve promuovere le condizioni di parità. Deve farlo in modo tale che la capacità di rappresentare le differenze, insite nella differenza di genere, possa avere un luogo in cui si esprime, vale a dire il Consiglio regionale. Questo è un tema che va affrontato nel più breve tempo possibile perché la legge che è attualmente in vigore non tiene in alcun conto della rappresentanza di genere o, quanto meno, lo fa in maniera piuttosto flebile”.
Gli architetti sardi al neo-assessore Spanedda: “Serve una nuova e organica legge urbanistica”
“Facciamo gli auguri all’assessore e confidiamo che si possa aprire una collaborazione e un confronto continuativo e costante…