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Centrosinistra, Primarie in tempi stretti. Col timore di una mossa a sorpresa di Cappellacci

L’alternativa è tra le Primarie per la scelta del governatore il 7 luglio oppure  (se, com’ è possibile, il congresso nazionale del Pd slitterà da ottobre o a novembre) nella prima o seconda settimana di settembre. La notizia filtra da autorevoli fonti interne del Partito democratico a pochi giorni dal nuovo summit tra i rappresentanti delle forza che nel 2009 formarono l’alleanza di centrosinistra che sostenne Renato Soru nella sfida persa contro Ugo Cappellacci e soprattutto contro Silvio Berlusconi.

Il calendario del centrosinistra sardo è il risultato di un vero e proprio slalom tra scadenze nazionale e istituzionali. Con due punti fermi – il congresso nazionale del Partito democratico a ottobre (o al massimo a novembre) e le elezioni regionali sarde all’inizio del 2014 – e con un’incognita di cui nelle ultime settimane si parla in modo crescente: la possibilità che il governatore Ugo Cappellacci decida di anticipare tutti dimettendosi prima dell’estate in polemica col governo.

Un quadro che è stato l’argomento principale del segretario regionale Silvio Lai che, trovatosi in minoranza sulla proposta di spostare a dopo le Regionali il congresso del partito, nell’ultima direzione ha proposto le primarie a luglio. Proposta che, dopo aver suscitato reazioni perplesse e addirittura ironiche dei principali alleati (Sel e Rossomori) pare destinata a passare.

Ma come sarà scelto il candidato governatore? Il tema è quello spinosissimo del “regolamento delle primarie”. Una prima indicazione che filtra è che non ci si discosterà dalla regole usate in passato per altre candidature e tra queste regole c’è quella che per la presentazione è necessario raccogliere un numero di firme pari all’uno per cento del corpo elettorale. Nel caso degli aspiranti governatori dovrebbero essere 13mila. Un numero molto alto che non piacerà ai partiti minori e rafforzerà le spinte di quanti, un po’ in tutte le forze politiche, stanno cominciando a mettere in discussione lo stesso strumento delle primarie.

L’allarme sulla possibilità di dimissioni anticipate di Cappellacci, al di là della sua fondatezza, ha lo scopo di creare un clima d’emergenza e accelerare la scelta del candidato. Si paventa un centrosinistra allo sbando, diviso, privo di leader, a fronte di un centrodestra che – col consueto sostegno di Berlusconi – riprende la marcia verso l palazzo di viale Trento. Un quadro che non lascia tempo a ripensamenti e che obbliga a fare in fretta: dunque primarie al più presto.

L’accelerazione determinerà anche l’obbligo – da parte degli aspiranti candidati che fino a ora sono rimasti in posizione d’attesa – di farsi avanti. Al momento, infatti, c’è solo un candidato ufficiale, il presidente della provincia di Nuoro Roberto Deriu, e uno semi-ufficiale, Renato Soru. il quale, pur non avendo annunciato formalmente la sua candidatura, è da mesi impegnato in una intensa attività di riunioni e incontri nel territorio. E alla fine dell’ultima direzione regionale del Pd a sorpresa ha detto che questa volta – al contrario di quanto fece col caso Saatchi & Saatchi –  non attenderà l’esito dei processi.

Ma gli altri aspiranti? In questi mesi sono stati fatti parecchi nomi. Per alcuni tra i più accreditati,  come quello di Francesca Barracciu, l’accelerazione crea qualche problema. Ma i problemi maggiori riguardano i movimenti e le associazioni che hanno avviato incontri e dibattiti con la prospettiva di costituire nuovi poli di aggregazione in grado di influire sulle scelte del centrosinistra. Il poco tempo gioca sempre a favore delle strutture organizzate, cioè degli apparati dei partiti.

N.B.

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