“La vostra battaglia è la nostra e noi abbiamo la certezza che riusciremo a dare spazio ed importanza allo stato sociale e quindi stare dalla parte di chi soffre oggi”. A dirlo a Salvatore Usala, il malato di Sla portavoce dell’associazione dei disabili gravi, è stato oggi il leader di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia.
Il leader di Rivoluzione Civile è stato protagonista questa sera a Cagliari nell’incontro con gli elettori nell’ultimo giorno di campagna prima del voto.
Usala, protagonista di numerose battaglie per i diritti dei disabili e dei malati gravi, ha lasciato la sua abitazione di Monserrato (Cagliari) per partecipare all’incontro con l’ex magistrato siciliano che aveva promesso di andare a trovarlo in occasione della visita in Sardegna, inizialmente fissata per ieri.
Ingroia ha poi commentato la campagna di Grillo, in queste ore impegnato sul palco di San Giovanni a Roma. “Grillo non fa politica, fa spettacolo e ha molti spettatori. Tutti ridono alle sue battute, ma poi finisce lo spettacolo e tutti tornano a casa con gli stessi problemi che avevano prima. Noi invece vogliamo una politica che risolva i problemi dei cittadini e se il movimento Cinquestelle, che non ha nessun programma e manderà in Parlamento non Grillo, cioé l’unico che parla, ma tanti signor nessuno, vorrà confrontarsi con noi, sono i benvenuti”.
“Noi abbiamo una proposta precisa per combattere la corruzione e Bersani non ci dice se è d’accordo o contrario, se è con i corruttori o con la legalità. Anche Grillo – ha aggiunto Ingroia – non deve avere paura della magistratura: ne hanno paura i corrotti e non i cittadini onesti”.
E sulle candidature dei due operai del Sulcis Ingroia ha detto: “Le candidature di Antonello Pirotto dell’Eurallumina e Luigi Manca della Carbosulcis significano che siamo al fianco di chi ha pagato la crisi e chi ha combattuto, come gli operai, per difendere i propri diritti e spesso sono stati lasciati soli. La crisi non l’hanno pagata i grandi gruppi imprenditoriali o il sistema delle banche, perché Berlusconi prima e Monti poi hanno pensato di tutelare soltanto gli interessi forti”.