Un messaggio accorato diretto alla politica: più defibrillatori in strada, ma soprattutto più lezioni di pronto soccorso, per evitare le morti da arresto cardiaco. L’iniziativa, emblematicamente chiamata “La politica del cuore”, è promossa dal club Fs giovani sinergie Sardegna, ma è stata estesa a consiglieri comunali e regionali di tutte le forze, dal centrosinistra al centrodestra. “Il posizionamento dei defibrillatori semiautomatici – ha detto Luigi Cadeddu, responsabile scientifico di Hsf, Helpful & Sustainable Future, associazione nazionale che si occupa di questi temi – è un passo importante ma talvolta inefficiente se non si potenzia la conoscenza delle manovre di primo soccorso. La macchina è utile ma per essere efficace deve avere una buona strada: la cultura del soccorso è la strada per far camminare la vita”. Come? “Progetti di informazione e formazione – ha continuato Cadeddu – devono essere promossi a tutti i livelli, dalle scuole alle associazioni”. Perché sapere di più può salvare una vita: “Le campagne informative – ha concluso – incidono sulla sopravvivenza all’arresto cardiaco dello 0,5 per cento. La conoscenza delle manovre di rianimazione cardiopolmonare da parte del cittadino diminuisce l’esito mortale del 10 per cento. Se si aggiunge la presenza del defibrillatore nei primi 5-6 minuti, si potenzia la vita sino al 60 per cento. Un corso efficace dura dalle 4 alle 6 ore: sono ore per la vita”. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del programma della settimana europea di sensibilizzazione sul l’arresto cardiaco denominata Viva 2014.
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