candidato sindaco a belvì

Belvì, il candidato sindaco corre da solo contro il quorum

Alle urne di domenica e lunedì, tornata elettorale autunnale per via della pandemia, Maurizio Cadau corre da sindaco con un avversario che per la legge della democrazia è senza volto e si chiama quorum. Ma nella pratica Cadau gioca la partita delle urne con ogni singolo elettore di Belvì, il Comune della Barbagia dove per cinque anni ha fatto il vice del primo cittadino. Adesso il salto da candidato a capo del Municipio. Lui, 37 anni, Fdi di ferro, con una regola ripetuta a voce alta: “Prima del partito viene la comunità”.

Cadau, come si diventa candidato sindaco?

Non credo esista una ricetta. Per quel che mi riguarda, io non faccio politica contro qualcuno, ma per la comunità. In difesa della sanità, dei servizi, per frenare lo spopolamento. La più grande conquista per un amministratore è riuscire a realizzare progetti insieme, con maggioranza e opposizione unite. Se faccio un bilancio della consiliatura che si sta chiudendo, le uniche tensioni che ci sono state in aula sono nate per la foga del momento.

Perché il sindaco Casula sta lasciando?

Sebastiano è in Comune da quindici anni. È anche lui un giovane, ha meno di 50 anni. Adesso si prende una pausa.

Nella sua azione politica quanto conta la tessera di partito?

Io sono e sarò sempre il sindaco di tutti. La responsabilità di un primo cittadino è rappresentare l’intera comunità, non una parte. Non solo chi ti vota. I miei amici di Fdi che fanno politica in Regione lo sanno: se devono difendere il territorio sono disposto ad andare anche contro il partito.

In questa tornata elettorale, cambia il quorum per la prima volta: nei Comuni sotto i 15mila abitanti non è più al 50 per cento ma al 40.

Ho trovato corretta la scelta di abbassare la soglia. Anche perché la politica appassiona sempre meno i cittadini. La partecipazione continua ad abbassarsi. Con un quorum più basso si evita che troppi piccoli centri finiscano nelle mani dei commissari. Il Comune è lo spazio democratico più vicino ai cittadini.

Lei vive di politica?

Io sono un lavoratore stagionale. Nei mesi estivi lavoro nel settore alberghiero a Budoni. È un buon compromesso per non lasciare il paese: mi guadagno da vivere col turismo nei mesi estivi, ma non lascio il mio paese. È un ragionamento che stanno facendo anche altri giovani. Per questo servono incentivi sulla formazione. Ma una volta acquisito il bagaglio delle nuove conoscenze, bisognerebbe metterle a frutto qua. Dove ci sono gli immobili che lasciano le famiglie e i nonni e gli zii sono danno sempre una mano nella cura dei bambini. Sono di supporto alle coppie che lavorano.

Quale eredità raccoglie dagli ultimi cinque anni di amministrazione?

È quasi alle battute finali il Volo dell’angelo.

Cos’è?

La teleferica, da un costone all’altro del paese. Manca solo l’appalto. In Sardegna non esiste un’impresa che la realizzi. Ma la troveremo. Dopo di che, possono iniziare i lavori.

Cosa ha promesso in campagna elettorale?

Belvì ha il museo di Scienze naturali, l’unico che esiste in Sardegna. Lo gestivano ‘Gli amici del museo’ che hanno passato la palle al Comune. Stiamo ultimando i lavori nei nuovi locali e poi inizierà un nuovo corso. Puntiamo anche ad assembleare le collezioni?

Cosa avete?

Mille tipi di farfalle, minerali e animali imbalsamati, tra cui una tartaruga marina, un muflone e altri animali nati con problemi e non sopravvissuti. C’è l’agnello con sei zampe e quello con due teste.

Fronte sociale: priorità?

Dobbiamo riportare gli anziani nella società. Per via del Covid, sono stati costretti all’isolamento, sono usciti poco di casa. Qui è abitudine che si ritrovino nelle case, soprattutto durante le lunghe giornate invernali, per farsi compagnia a vicenda. Bisogna aiutare i nostri vecchi a recuperare le relazioni sociali.

Di cosa si vive a Belvì?

Dodici buste paga le assicura l’agroalimentare, con il salumificio locale. Anche il settore dei dolci tipici è fonte di reddito. Di norma anche la campagna dà lavoro, ma l’annata delle nocciole è andata male e anche il raccolto delle castagne è compromesso per via delle scarse piogge. Ci sono poi i lavoratori di Forestas: speriamo nel turn over che la Regione ha promesso in modo che vengano assunte anche altre persone. (al. car.)

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