Asl, prevale la linea Pigliaru. Ma l’accordo ancora non c’è

A 24 ore dallo scontro sulle Asl da commissariare, la linea Pigliaru sembra prevalere: nessuna nuova azienda sanitaria sarà istituita.

A 24 ore dal primo scontro di fuoco nel centrosinistra sulle Asl da commissariare, la linea del presidente Francesco Pigliaru sembra prevalere: nessuna nuova azienda sanitaria sarà istituita, tanto meno quella per la urgenze e le emergenze (Areu), cioè la centrale unica del 118 inserita all’articolo 3 nella proposta del capogruppo Pd, Pietro Cocco. Si pensa, per esempio, di accorpare l’Areu a una Asl già esistente. Ma l’accordo non è ancora chiuso.

Una cosa è certa, mentre in Regione prosegue la girandola di vertici con le diplomazie dei partiti mobilitate: la correzione della bozza normativa è il primo obiettivo che si sono dati il governatore e la maggioranza. Ieri il testo è approdato in commissione Sanità per la discussione e poi l’ha portato in Giunta l’assessore Luigi Arru. Di lì lo scontro allargato all’Esecutivo, dopo che Pd e partiti alleati si erano divisi nel vertice di coalizione organizzato di mattina in Consiglio regionale. E se l’assessore ha smentito di aver mai minacciato le dimissioni, Pigliaru ha continuato a trattare fino a tarda sera e ricominciato oggi. Con un chiodo fisso che pare già condiviso nel centrosinistra: taglio dei costi e razionalizzazione dei servizi, perché le Asl sarde valgono una spesa stellare da 3 miliardi e 100 milioni di euro, un eccesso anche per la Corte dei Conti.

Nel Pd l’unico a parlare è proprio Cocco. “La nostra proposta di legge – chiarisce il capogruppo – non solo è sempre stata aperta a modifiche, ma nessuno ha mai pensato di istituite nuove Azienda sanitarie. La discussione è in corso e tutti i partiti daranno il loro contributo”. Cocco replica anche all’ex consigliere regionale dei Riformatori, Franco Meloni, che ieri ha tuonato contro “il poltronificio del centrosinistra”. Il capogruppo Pd sottolinea: “Da quale pulpito arriva la predica, noi non prendiamo lezioni da una coalizione che nell’ultimo anno ha continuato ad aumentare la spesa della sanità portandola da 2,9 miliardi a 3,090”.

Sullo sfondo restano altre due questioni. La prima è legata ai commissariamenti. Al momento i direttori nominati dalla giunta di Ugo Cappellacci non possono essere rimossi perché il centrodestra, alla fine della passata legislatura, approvò in Consiglio regionale la leggina salva Asl, ovvero una norma che ha assicurato alle aziende sanitarie la copertura del disavanzo, pari a 115 milioni. Ma così facendo gli stessi manager sono stati sollevati dalla responsabilità del passivo finanziario, ovvero uno dei motivi che avrebbero garantito al centrosinistra il commissariamento immediato delle Asl (l’altra causa di rimozione è la cattiva gestione, ma l’assessorato alla Sanità deve prima controllare tutti gli atti per verificare se esistono delibere contrarie al buon andamento della pubblica amministrazione).

In questo quadro, ecco perché si pensa alla strada della riforma, nelle cui more la legge permette di cambiare i vertici delle aziende sanitarie. Tuttavia, e di questo si sta discutendo nel Pd, resta da capire se l’eventuale accorpamento dell’Areu a una Asl esistente possa essere considerato un vero e proprio riordino, tale da giustificare i commissariamenti.

La seconda questione sullo sfondo sono scadenze e modalità da seguire nella scelta dei nuovi manager. Per quanto riguarda i tempi, il centrosinistra conta di approvare la proposta Cocco entro il 7 agosto, quindi prima delle vacanze estiva. Ma chissà se la correzione della bozza normativa permetterà di rispettare la data. Sulla selezione dei commissari, in maggioranza non se n’è più parlato da ieri, perché la tenuta stessa della coalizione ha rubato la scena e impegnato i leader dei partiti. Ma le forze minori del centrosinistra non sembrano disposte a indietreggiare: loro vogliono scegliere il 50 per cento dei futuri commissari, visto che contano la metà dei voti.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

 

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